IL SOLITO MANKELL SBADATO

Nel suo volumazzo del 1997, “Delitto di mezza estate” (Marsilio, 2000, 600 pp.), che leggiamo nel maxitascabile ‘giallosvezia’ del 2017, il cosiddetto ‘maestro del crimine svedese’ ci rifornisce di una lunga serie di efferatezze che andiamo ghiottamente ad elencare:

Mancanza di Indice.

Ripetizione maniacale del cognome Wallander, che è il protagonista, ma soprattutto di nomi e cognomi dei suoi collaboratori; come se i pronomi, magari anche sottintesi, non esistessero.

Le feste di mezza estate nei paesi nordici pare che vadano ogni anno dal 20 al 25 giugno, ma a pagina 17 si legge: “Era la mattina del giorno di mezza estate. Sabato 22 giugno 1996.” Ma se ‘mezza estate’ significa ‘solstizio’, quell’anno era già stato il giorno prima, il tradizionale 21 giugno, alle ore 2.26.

A pag. 27 siamo al sette d’agosto, eppure: “Anche se è ormai la fine dell’estate”. Solito pessimismo scandinavo.

A pag. 57 “Se è successo qualcosa, sono passati ormai due mesi”. Solo uno e mezzo.

Nyberg a pag. 71 “Dava costantemente l’impressione di essere di cattivo umore”; ma a pag. 74: “… era spesso di cattivo umore”.

A pag. 79 “W. le disse esattamente come stavano le cose. S. era morto. Ucciso con uno o più colpi di una doppietta”. Ma a pag. 80 torna tutto in dubbio: “Ylva Brink lo fissò sorpresa: “Morte violenta? Che cosa significa?” “Che con tutta probabilità è stato assassinato”. O i lettori svedesi sono lenti di comprendonio, o lo è almeno Ylva Brink, o più probabilmente l’Autore NON rilesse quanto scritto!

Più sorprendente ancora il qui-pro-quo di pag. 116; sempre W. alle prese con l’assonnata ostetrica: “Spero di non disturbare. So che sei di turno questa notte.” Ma mezza pagina dopo Ylva Brink precisa: “Questa notte sono di turno”. Ricorda quello scambio buffo tra amici piemontesi: “Péru, vade a pesché ?” “No, vadu a pesché !” “Ah, cardìa che t’andeise a pesché…”

A pag. 145, misteriosamente, due fotografie su carta vengono proiettate ingrandite (?!).

A pag. 154, ancor più misteriosamente, W. dimostra di sapere il cognome di Isa, Edengren, che però non è ancora stato citato nel testo.

Altro qui-pro-quo a pag. 166: “Deve essere stato appena dopo la festa di mezza estate?”
“Deve essere stato ai primi di luglio. Di questo sono sicura”. “Dunque è venuto alla fine di giugno”. Bah!

A pag. 218 W. è combattuto: “Si accorse di avere una fame atroce anche se non aveva veramente voglia di mangiare”.
Ibidem W. afferma: “… quattro persone sono morte. Assassinate. Con due armi diverse.” Ma in effetti non si hanno ancora certezze conclusive e a pag. 222 si legge: “Non possiamo ancora dire il tipo di arma usata”.

Gli errori peggiori Mankell li compie a pag. 391, dove W. è certo che l’uomo ricercato fosse dotato di ‘un asciugamano a righe’, ma i molti testimoni solo a pag. 393 parlano di tale dettaglio!
E tra le pagg. 388 e 404 dove si contraddice, prima scrivendo che “sparò al collo del fotografo”, ma poi: “La pallottola l’ha colpito alla nuca e non al collo come poteva sembrare inizialmente”. Ma a chi? Sei tu, caro Autore, che hai posto il lettore nella posizione dell’assassino che ha sparato!

Altro mistero epistolare alle pp. 434-435: ”Ho trovato una lettera datata 28 luglio, con la conferma del luogo e dell’ora. (…) C’è solo la lettera. Con l’affrancatura di Ystad. Niente busta.” (???)
E ancora: “Se la lettera porta la data e il nome della città, possiamo supporre che sia stata imbucata a Ystad”. Ma va’?!

A pag. 508 Wallander va in tilt: “Quello di cui abbiamo bisogno sono le risposte a due domande. Dove si trova? Dove è il suo nascondiglio? La seconda domanda la conoscete anche voi: sta preparando altri omicidi?”. Ma a pag. 550 torna in sé: “Le domande sono ancora e sempre due: dov’è L.? Chi è la vittima prescelta?”.

Per concludere, ci tocca smentire clamorosamente lo sbadato Mankell su un particolare importantissimo relativo al momento della cattura del serial killer: tutto si gioca sulla coltre di nubi che solo a tratti lascia filtrare i raggi della luna piena, intorno alla mezzanotte del 21 agosto 1996. Peccato che la luna quel mese sarebbe stata piena solo il 28!

M. M.

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