Nel suo secondo, vendutissimo poliziesco (“Niente di vero tranne gli occhi”, Milano, Boldini Castoldi Dalai, pp. 500), il simpatico ex-cabarettista mascherato di Drive-iniana memoria incappa in una serie di intoppi tra il grammaticale-semantico e la strasolatezza mazzantiniana da far cascare le braccia.

Vediamone un nutrito elenco, partendo dall’uso del verbo ‘riavviarsi’ (3 volte) per i capelli, come fossero una Ducati 999.

A pag. 82 vien da chiedersi se l’autore abbia voluto il singolare bisticcio di parole: “Ogni volta che era in quella casa riceveva la totale assenza di suoni come assenzio sullo zucchero.”
Alla riga successiva vi sono le spassose “acque a senso unico dell’Hudson”: e cosa dovrebbero fare, poverine, risalire la propria stessa corrente ? Ci risulta che solo un affluente del Mekong ciclicamente inverta la rotta e diventi emissario, ma si sa: nel sud-est asiatico la natura è così imprevedibile.

A pag. 89 “Jordan vide le ombre stagliarsi nel riquadro che la luce sull’asfalto ritagliava attraverso il cristallo alle sue spalle.”

A pag. 90 qualcuno minaccia all’infinito: “Per adesso finisce così. Ma non finisce qui, pezzo di merda.”

A pag. 94 Lysa (che è una sensualissima trans) “scostò i lembi dell’accappatoio e questa volta fu del tutto senza veli davanti a lui. Il tempo era un pezzo di plastica trasparente.”…cioè un profilattico pendulo ?

A pag. 129 Maureen viene violentata ma sviene sul più “bello”, in quanto “La pietà del caso le concesse infine un rifugio sicuro.”; non si capisce se intenda la casualità o il caso specifico.

Altro stupro ideale a pag. 132: “Poi, il furore la prese di colpo con una violenza con cui nessun uomo su questa terra sarebbe mai stato in grado di possederla.”…sembra quasi auspicarlo.

In mezzo a tutte queste donne o semi-donne nude, Carlino va un po’ in confusione, riuscendo a concepire un’ambitissima “vagina completamente rasata” (p. 158): ohibò !

Incongruenza gialla: se l’ascensore di ‘Lucy’ poteva essere manovrato “con un codice alfanumerico che conosceva solo lei” (p. 166), una volta strangolata e appiccicata al pianoforte, come fanno i poliziotti ad andare su e giù, tra fuori e il suo appartamento ?

Faletti non sa decidersi sulla stagione di una scena: a pag. 205 afferma che “il sole aveva smesso di essere una promessa e adesso era una realtà luminosa in un cielo azzurro e limpido d’inizio estate.”, mentre a pag. 209 è detto che “Furono accolti a braccia aperte dal verde cangiante di vegetazione di quella tarda primavera.”

Poi usa bizzarramente in due occasioni ‘quantificare’ (p. 219 e p. 312) per ‘chiarire’.

A pag. 274 Maureen “Cercò di recuperare il suo respiro normale e un battito del cuore responsabile.” (?)

A pag. 292 “la sua figura fu lasciata sul sedile posteriore di una sgangherata Dodge Nova.” (?)

A pag. 301 si sfiora il misticismo: “Quella zona era attraversata dalle onde radio dei satelliti dirette verso il basso che si incrociavano con le preghiere delle sinagoghe che salivano verso l’alto.”

Acrobazie erotiche a pag. 426: “Julius è steso sul corpo di Chandelle e la schiaffeggia mentre la sta scopando”. Non deve venire troppo bene: o una cosa o l’altra.

Per finire, a pag. 483 Faletti ribadisce un concetto in quattro righe, da fare invidia a Marcello Lippi col suo ‘importante’: “Voi tutti siete al corrente dei tragici avvenimenti che hanno sconvolto la mia famiglia in questi ultimi tempi. La perdita di un figlio è sempre un avvenimento che porta un uomo a riflettere. Quando ciò avviene con la modalità drammatica che mi ha coinvolto in prima persona, queste riflessioni devono essere ancora più profonde e critiche verso il proprio operato.”

Appunto, caro Vito Catozzo: scandagliare meglio il proprio elaborato e sfrondarlo da bucce, pulci e bufale, prima di “offrirlo” al pubblico per 18,60 euro!

M. M.

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