MANZINI NON RILEGGE I SUOI LIBRI

Anche nel recentissimo “Fate il vostro gioco” (Sellerio, ottobre 2018, 390 pp.) il creatore del ruvido vicequestore Schiavone dà prova di scarsa attenzione allo snodarsi della sua stessa vicenda, ambientata per l’occasione nel dicembre 2013.

A pagina 86 l’amico fidato Brizio gli manda una foto compromettente per l’infame Caterina, precisando: “Ho fatto una foto, ma è buio, non si capisce un cazzo… te la mando?”; però alla pagina successiva: “Al buio l’immagine era più leggibile. Il viso di Caterina era perfettamente a fuoco”. Potenti mezzi degli ingrandimenti al cellulare!

A pag. 98 Schiavone si lamenta: “Un fabbro m’è costato 400 euro.” Esosità dei fabbri aostani magari, ma l’intervento per aprire una porta ancorché blindata non dovrebbe superare i 200.

Tra le pagg. 130 e 131 il tormentone del commissario che invece si deve dire vicequestore si arena quando lui prima si qualifica al citofono: “Guido Roversi? Vicequestore Schiavone”. Ma quando il padrone di casa gli dice: “Si accomodi… vicequestore” lui risponde: “Ci conosciamo ? Di solito sbagliano tutti e mi chiamano commissario”. (?!)

A pag. 170 è il p.m. Dottor Baldi a dimostrare di sapere qualcosa che nessuno gli ha ancora riferito e cioè che il suddetto Guido Roversi è detto Farinet.

Tra le pagg. 182, 186, 187 e 219 Manzini non sa decidersi se qualificare come compagna o moglie di Marcello Morin la signora (o signorina?) Elena Pindaro, di volta in volta definita come ’la compagna’ ‘mia moglie’ ‘la mia compagna’ ‘Moglie’. Tanto da far sospettare che, pur vivendo con la compagna, ogni tanto la moglie la riveda ancora.

A pag. 199 Schiavone fa il grandioso al ristorante e prende spigola per sé e una pasta al branzino per Lupa (?!) Trasecoliamo: trattasi dello stesso pesce con nomi diversi!

Infine alle pp. 321 e 326, in mancanza di un mazzo di carte da poker sigillate, Brizio, romano de Roma, consiglia di recarsi in un autogrill fuori Aosta. Entrando, uscendo e pagando l’autostrada?!

M. M.

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