UN GIALLO DEGLI ANNI ‘50
…..Nel 1959 Augusto Palladino tradusse un giallo di Stephen Marlowe, che poi venne riedito a luglio 1967 nella collana di tascabili I gialli proibiti in veste nuova: “Fino in fondo” (Longanesi, 191 pp. Lire 250), dall’originale “Murder Is my Dish” del ‘57, con qualche intoppo nella tempistica di ambientazione, a parte i numerosissimi banali refusi, tipo “i quartieri altri, le Colline” a pagina 17, che tradurrebbero ‘uptown’, i quartieri alti.
…..A pagina 33 si legge: “(…) già da qualche giorno si era nel solstizio d’inverno”… Assurdità macroscopica: il solstizio è l’istante e il punto dell’eclittica in cui il sole cessa di allontanarsi dall’equatore celeste e comincia a riavvicinarsi, di solito il 22 dicembre, come avvenne nel 1954, anno di apparente ambientazione della vicenda.
Infatti, a pagina 96, leggiamo: “Era giovedì, 23 dicembre” e il ‘calendario perpetuo’ conferma che il connubio si verificò appunto nel ’54, ma allora la frase di pag. 33 perde ulteriormente di significato.
…..Tuttavia il guaio cronologico peggiore si ha a pag. 80, dove viene specificato “che la rivista My Fair Lady era arrivata a Washington e che lui l’aveva vista”. Orbene, l’opera debuttò soltanto nel 1956 a New York, per cui immaginiamo che nella capitale giunse almeno l’anno successivo (quello di stesura del libro): evidentemente l’Autore non ci fece caso e la retrodatò di tre anni.
…..Per tornare invece alle malefatte del traduttore: Palladino scrive spesso ‘della FBI’, usa ‘cascemir’ invece di cascimir o cachemire, ‘ubriacometro’ per etilometro, tante volte ‘angar’ per hangar, ma la cantonata più dolorosa la piglia a pag. 96, all’inizio del Capitolo XI: “I banchi paludosi del fiume risuonavano degli stridori sinistri degli alligatori” (?!)
Anche di quelli destri e maldestri, visto che ‘banks’ sono le rive del fiume!
…..M. M.
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