ANCORA LA DICKINSON TRADOTTA DA ERRANTE E MORELLO

Nella sezione dedicata allo ‘humour’ delle “Poesie” di Emily Dickinson (I poeti dello Specchio di Mondadori, 1956), alle pagine 274-5-6-7 compare in originale una lirica di 22 versi che il traduttore Errante allungò spettacolarmente fino a 46 (?!)

Preferiamo proporre il testo della poetessa americana alternato verso per verso con la nostra modesta versione, e farlo seguire dalla creazione di allora.

We – Bee and I –
Noi viviamo tracannando
Live in the quaffing
– L’Ape ed io –
‘Tisn’t all hock with us,
Non è sempre vino del Reno,
Life has its ale –
Esiste anche la birra –
But it’s many a lay
Ma più spesso è una melodia
Of the dim Burgundy
Per lo scuro Borgogna
We chant for cheer
Che cantiamo per allegria
When the wines fail.
Quando i vini scarseggiano.
Do we “get drunk?”
Se ci “ubriachiamo”?
Ask the jolly clovers!
Chiedi ai brilli trifogli.
Do we “beat our wife?”
Se “picchiamo la moglie”?
I never wed.
Non mi son mai sposato.
Bee pledges his in minutes flagons
L’ape brinda alla sua in minuscole brocche
Dainty as the tress on her deft head.
Delicate come il ricciolo sulla sua testolina.
While runs the Rhine
Mentre scorre il Reno
He and I revel –
Io e lei facciamo baldoria –
First at the vat and
Prima al tino e
Latest at the vine;
Poi alla vite;
Noon – our last cup –
Mezzogiorno – l’ultima coppa –
“Found dead of nectar”
“Trovati morti di nettare”
By a humming Coroner
Da un inquirente ronzante
In a by-thyme.
In un timo lì vicino.

…..Ed ecco lo spropositato allungamento di Guido Errante.

Noi due viviam trincando – / Io voglio dire: / L’ape con me. / Non sempre abbiamo / Vini del Reno:
Di birra è pieno / Il mondo, ahimé! / Ma di Borgogna / Dai rossi grappoli / Tanto abbondiamo, /
Che dal cantare / Non ci teniamo / Pur se talvolta / Manchino i vini. / A noi domandi /
Se ci ubbriachiamo? / Di quei trifogli / I più paffuti / Forse lo sanno. / A nostra moglie /
Noi busse diamo? / Per conto mio / A nozze mai / Io non andai; / E quanto all’ape / Di sua metà /
Pegno essa dà, / In certe fiale / Molto squisite, / Minute tanto / Quanto la treccia / Del suo capino/
Fino a che scorra / Il biondo Reno, / Trinca gioconda / L’ape con me: / Prima dal tino, /
Poi dalla vite. / E’ mezzodì – / L’ultima coppa! / “Morti di nettare” / Così conclude /
La sua istruttoria / Un grave giudice / Che vien ronzando / Dal timo accanto.

M. M.

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