GUILLAUME MUSSO PREMIATO E IMPRECISO
…..Nel 2004 il giallista transalpino pubblicò “L’uomo che credeva di non avere più tempo” (Sonzogno, 2005, 375 pp.), che vendette tantissimo e vinse pure il premio “per il romanzo più adattabile per lo schermo”, che però nessuno ha ancora adattato a tutt’oggi.
…..Trama serrata e finale virtualmente imprevedibile, come sempre in Musso, ma con una sequela di refusi e imprecisioni da brividi!
…..Fin dalla prima pagina (la n. 7) del Prologo ambientato nell’autunno del 1972, “l’estate indiana” viene sconfessata alle pp. 63 e 166, dove si legge che la data del primo fattaccio finito bene era il 19 settembre: per cui né autunno, né tanto meno estate indiana, che capita tradizionalmente a fine ottobre / inizio novembre, come la nostra estate di San Martino (11 novembre).
…..Il “curato sessantenne” di pag. 21 si rivela più propriamente un 57enne.
…..Alle pp. 68 e 128 due tizi, entrambi con “la parlantina sciolta”, uno con “un sorriso accattivante”, l’altro “piuttosto simpatico”, mettono incinte due ragazze sprovvedute che avranno entrambe vite grame coi figli naturali.
…..Siamo nel 2002 e “Mallory (…) alcuni anni prima si era recata in Europa, a Genova, per manifestare contro i danni della globalizzazione”. Ma i ferali fatti di corollario al G8 di Genova avvennero solo l’anno prima, dal 19 al 22 luglio 2001.
…..A p. 124 è descritto “il vecchio pick-up Chevy (…) il cui acquisto risaliva a tempi preistorici”. Poi soltanto a 13 anni prima (1989 – 2002).
– (149): “L’avvocato era frastornato dall’arma di Ari” (?) Perché gliela punta in faccia durante una rapina in banca.
– (160) – Descrizione imprecisa della copertina di Imagine, l’album feticcio di John Lennon: “Sulla copertina, il volto dell’ex Beatles, con gli occhi vuoti che si aprivano come una finestra su un cielo pieno di nuvole”. Veramente si tratta di una foto sfocata dalla presenza delle nuvole sì, ma le iridi di Lennon sono visibili, con la macchiolina bianca del flash.
– (164): l’imprecazione “Fucking hell!” non viene tradotta da Fabrizio Ascari, forse per autocensura.
– (165) – C’è un grosso e mordace mastino che fa la guardia sonoramente: “Quell’imbecille metterà in subbuglio tutto il quartiere.” Ma siamo in una lussuosa zona residenziale, tanto che a p. 163 si leggeva: “La prima casa si trovava a più di cento metri”.
– (178): “Su, non faccia il bambino.” Invece Nathan dovrebbe proprio riandare col ricordo a quando aveva otto anni!
– (212): “fine dell’estate”. Ma si trattava di fine agosto.
– (296): il padre viene ammanettato dai poliziotti che lo portano via dall’auto che sta guidando, e della figlioletta Bonnie rimasta a bordo chi si prende cura?. Dopo oltre cinquanta pagine ci viene detto che “non era stata traumatizzata da quello che aveva vissuto la sera dell’incidente.” (348)
– (306): “Ma mi chiami subito se ha notizie di Mallory”. Solo che col suocero si stanno dando finalmente del tu!
…..M. M.
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