MARSILIO E FARINETTI POCO ACCURATI
Anche nell’avvincente giallo “Il ballo degli amanti perduti” (Marsilio, 2016, 353 pp. puntualmente senza Indice) ci tocca segnalare tutta una serie di imprecisioni e/o dabbenaggini ammannite da Autore ed Editore fin dal primo risvolto di copertina, dove viene segnalato che Sebastiano Guarienti e il maresciallo dei carabinieri Beppe Buonanno sarebbero “a loro volta colti entrambi da un’impasse sentimentale dai risvolti inquietanti.” Ohibò! Ma non tra di loro, nonostante la manifesta e risaputa omosessualità del primo.
A pagina 51 troviamo ‘un bel fuoco’ che “schioppetta” piuttosto che “scoppietta”.
A pag. 84 vi sono, “spelacchiati, quattro metri quadrati di un vetusto giardinetto brutalmente interrotto dalla portafinestra in PVC”. Propendiamo per almeno un quattro metri per quattro = 16, giacché 2 x2 ci paiono francamente pochi per chiamarlo giardinetto.
A pag. 160: “Io faccio quello voglio, caro lei, se lo ricordi.” Sarà fatto!
A pag. 171, in argot piemontardo, v’è un ‘ciapème’ per ‘piéme’.
Ibidem: non si capisce perché “Scioccando i primi ospiti Masoero (…) nota in mezzo all’atrio…”
Assurdità farinettiana a pag. 176: uno mascherato da Bob Marley avrebbe una “corolla di fiori al collo”?! Magari una ghirlanda.
Altra imprecisione col piemontese a pag. 181: “è nen colpa mia.” Sarà: “l’è nen culpa mia”.
Ancora a pag. 197: ‘quatà’ per ‘stermà’, usato correttamente a pag. 253 per ‘nascosto’.
A pag. 199: “avran masà cheicùn.” > L’avran!
A pag. 210: “così gentile di chiedere” invece che “da”.
A pag. 247 la ‘ciuènda’ viene tradotta con ‘siepe’, ma più propriamente sarebbe una ‘recinzione’ che protegge di solito un orto, da ‘chiudenda’.
Alle pagg. 265 e 332, come già in libri precedenti, per l’Autore il fondovalle è femminile.
A pag. 275: “Sta’ a vedere che Santa Lucia mi ha tratto d’inganno.” In inganno, o d’impiccio?
A pag. 276 s’incontra una misteriosa carta dei tarocchi, il Monaco (?)
A pag. 286 un altro intoppo col dialetto: “neanche tant giju”, per intendere giovane = ‘giu-u’.
A pag. 320: “Nei film si chiamano ‘confronto all’americana’, nella vita reale ‘incommensurabile casino”. Forse ‘lo chiamano’.
A pag. 323 un’improbabile “vespa che bacchetta sui vetri.” (i tre significati del verbo sono altri).
A pag. 336 il verbo ‘dissolvere’ diventa erroneamente transitivo: “… intorno ogni cosa dissolveva”.
A pag. 338: “Ci scrivevamo dalla Spagna.” Solo lui, lei essendo rimasta al paesello langarolo!
Bizzarra decadenza a pag. 340: “la seta dei braccioli delle poltrone lise.” < “la seta lisa dei braccioli delle poltrone”.
Infine, a pag. 348, ‘manc’ (?) al posto di ‘gnanca’.
M. M.
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