HOLT E HEIR: “IL PRESAGIO” DEL DUBBIO

Stupiamo vieppiù per la sciatteria di Einaudi, di una delle sue autrici più apprezzate e della relativa traduttrice, Margherita Podestà Heir, nella realizzazione nel 2017 de “Il presagio” (330 pagine per 19 euro).

Prima ancora che la storia cominci, l’editore compie un’imperdonabile leggerezza retrodatando l’anno di prima pubblicazione in Norvegia al 2010, mentre la vicenda inizia proprio il giorno ferale della strage di Oslo del 22 luglio 2011; per cui il tomo uscì nel 2012!

Dopodiché inizia una serie di imprecisioni e di stranezze che andiamo ad elencare:

– a pagina 31 Johanne ”Nell’ultimo paio di settimane aveva messo su qualche chilo”. Ma quando mai?!

– a pag. 68 Yngvar aveva “la figlia poco più che adulta”. Forse appena adulta o poco più che 20enne.

– a pag. 89 Heir s’inventa una ‘pluriottantenne’: cioè il personaggio avrebbe varie volte 80 anni?! A pag. 107 ci rifà e s’inventa degli “amici e conoscenti pluriennali”?!?

– a pag. 163 Holt ci ammannisce delle formiche traslocanti “alcune con un semplice ago di pino sulla schiena”. Non commentiamo.

– a pag. 173 l’imbranatissimo investigatore Henrik Holme “non avrebbe motivo di preoccuparsi da quanto sarebbe emerso dai trascorsi medico-sanitari” del bambino deceduto drammaticamente; poi però seguono oltre tre pagine di infortuni e ricoveri pregressi (?)

– a pag. 197 francamente non capiamo: “Il calendario mostrò per la prima volta il mese di agosto, ed era lunedì.” a pag. 202 “Johanne non aveva idea di quanto (Sander) fosse grande al momento del parto” ma a pag. 51 Holt le aveva attribuito delle considerazioni su madre e figlio in cui “Sander pesava 4850 grammi quando era nato con un taglio cesareo”. Quindi lo sapeva nel dettaglio!

– a pag. 260 “Wilhelm era riuscito a riabilitare il nome screziato di marrone del padre.” … cioè “schizzato di m…a”?!

– a pag. 280 altra follia di Autrice e/o traduttrice: “Era venerdì 5 agosto e l’estate aveva ripreso il suo vero io norvegese; più fredda e più umida”. Magari ‘volto’ o ‘aspetto’, ma io?!

– alle pp. 285/6, sotto una pioggia sferzante da almeno un’ora, “L’odore pesante di polvere che saliva dall’asfalto bagnato per via della pioggia la costrinse a respirare dalla bocca”. Assolutamente incredibile!

– a pag. 202 torniamo a non capire: “I secondi che seguirono procedettero come in cerchio, quasi che partissero dai due lembi di un nastro cronologico”. (?!)

Fortunatamente nella postfazione l’Autrice afferma che “Sicuramente ci saranno altri sbagli qua e là, e ne sono l’unica responsabile”.

M. M.

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