ARPINO NEL ‘52: “SEI STATO FELICE, GIOVANNI”

Al mercatino torinese denominato “Il libro ritrovato” di piazza Carlo Felice e parte di via Roma, abbiamo reperito alla modicissima somma di 5 euro (riesce a costare anche dieci volte tanto) il primo libro pubblicato da Giovanni Arpino, “Sei stato felice, Giovanni”: un ‘gettone’ di circa 240 pagine dalla copertina rosa, finito di stampare il 5 giugno 1952 nella Tipografia La Stella Alpina di Novara e prezzato 800 lire da Einaudi, che all’epoca si accontentava di un’impaginazione piuttosto approssimativa, con fogli scalinati anche di un paio di millimetri in basso o lateralmente, oltre al fatto di doverli tagliare in alto per renderne accessibile la lettura!

L’Autore, definito ‘Ventiquattrenne appena’ da Vittorini nel risvolto, ci delizia con qualche arcaismo (quasi settant’anni dopo) e alcune scelte lessicali molto particolari:

– l’uso di pel e pei al posto di per il e per i.
un coca-cola!

Tra le pagine 68 e 69 si prefigura un “tremendismo” alla Mazzantini: “Il vecchio sulla panchina si mosse un poco e una mano gli cadde di fianco: giù verso terra le vene parevano più grosse e grige (sic) tra le rughe e nel colore scuro e secco della pelle”.

A pag. 79: “Una testa da un finestrino mi diede contro un paio di insolenze”.

A pag. 110: “Misi gli occhi al cielo”. (?)

A pag. 119: “Erano scarpe con la suola di gomma da ginnasta”. (…)

A pag. 137 una scomparsa tipo vittime di Hiroshima: “… i nostri corpi non mettevano più l’ombra sull’asfalto”.

Certo, non si tratta ancora dell’Arpino spumeggiante con le sue iperboliche frasi ancillari dei tanti libri successivi, ma una certa creatività già la si nota-va.

M. M.

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