DAZIERI SEMPRE PIU’ PULP
Nella terza e apparentemente ultima parte della saga di Dante e Colomba, “Il re di denari” (Mondadori, dicembre 2018, 500 pagine, ma meno di 450 effettive), l’editore si dimentica bellamente dell’Indice e l’Autore, che si diverte a far grondare sempre più sangue dalle sue pagine, inanella tutta una serie di ‘imprecisioni’:
alle pagine 73 e 74 una sonda ottica sta scandagliando un relitto in fondo al mare, rivelando che dal torso di uno scheletro il teschio era caduto nella cassa toracica, ohibò, e l’ufficiale medico commenta: “Lo scheletro ha problemi di collo. La 3 e la 4 cervicale sono collassate”. Brillante!
A pag. 80 in un video compare un tizio “che nella didascalia era segnato come il sostituto procuratore di Pesaro”. Magari, segnalato, identificato, riconosciuto.
A pag. 87 si incontra “una gatta infreddolita tricolore” . Piuttosto il contrario!
A pag. 146 ci si trova “all’inizio di un bosco, cinquemila chilometri quadrati che si allargavano tra le colline”. Cioè un rettangolo di 50 km per 100, oppure un quadrato di circa 70 per 70?
Alle pagg. 238 e 259 viene definita ‘impalata’ una vittima che invece è ‘solo’ trafitta all’addome da un ramo di pino.
A pag. 255, similmente a un libro di Asimov che “parlava di robot”, “E’ come dire che Raffaello parla di Madonne”. Forse dipinge?
A pag. 300 “Dante comincia a riaversi, batte le gambe come una foca”. (?!) Forse come una foca fa con le pinne anteriori?
A pag. 446 un’altra frase sintatticamente zoppicante: “insieme all’eco sorda ancora nelle orecchie delle voci del corteo del giorno precedente”. Meglio: con ancora nelle orecchie l’eco sorda…
Tra le pp. 460, 467 e 469 non torna la conta dei presenti e dei caduti: “furono cinque gli agenti che salirono sull’ambulanza – tutti GOM in tenuta antisommossa”, più l’autista veterano e il giovane collega, oltre a un infermiere e al prigioniero da ricoverare; ma poi quest’ultimo si rivela sorprendentemente letale, a mo’ di Hannibal Lecter, e si contano quattro GOM morti più l’infermiere, oltre ai due autisti precipitati con tutta l’autoambulanza nell’Aniene; infine però “Ha accoppato sei persone mentre era legato a una branda”. Si consiglia di rifare i conti.
A pag. 468 “D’Amore (…) si era appena seduto (in macchina) quando sentì un dolore terribile alla gamba sinistra. Abbassò lo sguardo: aveva delle forbici infilate nella coscia”. Dopodiché l’aggressore gli tappa la bocca da dietro, supponiamo; ma non gli era più comodo pugnalargli la destra?
M. M.
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