IL SOSPETTATO DI BRUXELLES E LO SMEMORATO DI LIEGI

Nel 1937 Simenon scrisse “Il sospettato” (Adelphi, gennaio 2019, 140 pp.), ma pur soltanto trentaquatrenne già gli difettava un po’ la memoria, o magari soltanto la voglia di rileggere il proprio testo, in quanto alle pagine 21 e 45 si ripete pari pari la stessa descrizione: “Un venditore di carbone spingeva il suo carretto, con la testa coperta da un sacco a mo’ di cappuccio.(come il Marchese del Grillo sotto mentite spoglie); e: “… i due uomini che le sistemavano avevano sulla testa un sacco a forma di cappuccio.

Ma sono i dieci ‘machinalement’ che ci fanno stupire ancora un volta, dopo almeno 150 letture di opere del grande belga, per l’inconsapevole (?) ridicolo riversato sui vari personaggi, che compiono gesti senza porvi mente, forse perché i francesi si comportano proprio così oppure sono i lettori che se lo aspettano, altrimenti si sentirebbero spaesati.
A nostro avviso trattasi comunque di mancata sorveglianza del proprio testo: se rileggo e mi accorgo che ogni tot pagine ripeto una parola, sarebbe meglio trovarvi un sinonimo! Ed è quello che fa la traduttrice Marina Karam, che riesce a non scegliere mai l’orrido ‘macchinalmente’, preferendo di volta in volta:

– Chave seguiva meccanicamente sul copione il testo che gli attori stavano recitando (alla prima pagina del romanzetto)
– Agì d’istinto.
– … dopo aver bussato con gesto automatico, aprì la porta.
– … il poliziotto aveva lanciato un involontario sguardo verso il pallido décolleté.
– Chave non sapeva che fare e, quasi meccanicamente, salì su un autobus.
– … ma non ebbe il coraggio di entrare (…) e, d’istinto, proseguì in direzione di Courbevoie.
– Era andato avanti, in un certo senso, per forza d’inerzia, e quasi a sua insaputa.
– Chave piangeva. Senza rendersene conto.
– Accennò un gesto senza rendersene conto.
– Poi, automaticamente, alzò il capo.

Per finire, una sciocchezza di Adelphi, che a pagina 14 fa venir voglia di non proseguire la lettura:
“L’altro non osava andare avanti, come se fosse lui il responsabile di una simile schiocchezza”. (sic)

M. M.

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