VISIONI DI KEROUAC

Riscoperto dopo trent’anni “La città e la metropoli” (Universale Tascabile Newton, 1981, 460 pp.), il primo libro di Jack Kerouac ambientato nei tardi anni ’30 e pubblicato nel ’50, neanche ‘stavolta riusciamo a portarne a termine la lettura, ma 170 pagine bastano per decretare l’ohibò verso il traduttore, Bruno Armando.

A pag. 17 ravvisiamo uno strano paesaggio: “Attraversate il ponte verso la periferia, e girate a monte del fiume, lungo il fianco della popolazione, lungo l’autostrada …” . Popolazione?! Saranno probabilmente dei pioppi = poplars, e non population o people!

A pag. 26 è saltato un ‘nonostante’ e il senso della frase va a farsi benedire.

A pag. 37 si legge: “… le carte disposte avanti alla sua tazza da tè…”. Bastava ‘davanti’, ma immaginiamo che Kerouak abbia usato un ‘before’ che in questo caso è senz’altro ‘di fronte’.

A pag. 47, a parte l’accentazione bieca di un’intero week-end, troviamo tre Beh risolti in serie con , e di nuovo . Bah!

A pag. 76 c’è “una tazza di the” che si articola all’inglese dunque! Dubitiamo ormai che quasi nessuno recepirà il fatto che tale bevanda in italiano è , in francese thé, in inglese tea, in portoghese e in cinese cha, ecc…

A pag. 85 sospettiamo lo zampino di K. in “un vasto sospirante sospiro”.

Invenzione del traduttore invece a pag. 119: “Lemmi lemmi rientrarono…” e a pag. 120: “S’alzarono e andarono lemmi lemmi verso l’uscita”.  Lemme lemme è indeclinabile!

Pleonasmo di Kerouak o di Armando (?) a pag. 123: “… e scese giù di sotto”, che più sotto non si può!

Faticoso giro di frase a pag. 126: “Fu di fronte ad un altro sforzo penoso”. Magari ‘Dovette affrontare’.

Ma la perla nera assoluta il traduttore la infilza a pagina 127, quando dimentica che ‘but’ può anche essere ‘tranne’, per cui ci delizia con la seguente assurdità: “…voleva seppellirsi, annegarsi, morire – fare qualsiasi cosa ma vivere e ammettere questa finale umiliante impotenza e sconfitta”.

Segue a pag. 129 il solito ‘downtown’ = in centro, tradotto con ‘giù in città’.

A pag. 169 ancora un paio di invenzioni: “… vicino allo screpitante falò”.  Non bastava crepitante? “… mentre la madre seduta al piano suonava con un radiante e felice rossore in volto”. Raggiante?

Infine segnaliamo cinque ‘eccitatamente’: brutto, quando basta l’aggettivo.

Dopodiché il libro si è letteralmente sfasciato tra le mani, per carenza di rilegatura, evidentemente.

M.M.

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