IL SOLITO MANZINI, ANCHE SENZA SCHIAVONE
…..Cambiano i protagonisti, ma non la solita dozzina di errori che puntualmente Antonio Manzini distribuisce nei propri libri, senza che l’editore glieli corregga: nell’ultimo lavoro, “La mala erba” (Sellerio, sett. 2022, pp. 360), a parte i soliti ‘che’ senza accento acuto, col significato di giacché, affinché, ecc., abbiamo reperito quel che segue.
– A pagina 124 la Zia Ida (peraltro troppo vecchia se davvero è solo zia di Samantha, 17enne), dichiara: “Ma ho settantasette anni. Sono nata nel 1932. Quando c’era la guerra avevo quindici anni”. Nel ’47?!
– A pag. 143 ‘strascinato’ per ‘strascicato’.
– (159): “Quando si è disperati, ci si tolgono le maschere”. Ci si toglie!
– (165/6): Enzo va a sbattere con la macchina contro un ippocastano, scende, e fa “il giro dell’automobile”, s’affaccia dall’altra parte “dove la Toyota aveva urtato contro l’albero” e scopre “la fiancata sinistra della macchina squarciata”. Al 99% lui guidava col volante a sinistra, no?
– (197) refuso: De Sanctis per De Santis.
– (197/8): “… è cominciato il nostro nuovo quadrimestre”. A marzo?
– (239): “(…) faccio dire due … no, tre messe in suffragio per la povera Carmela, pace all’anima sua”. Ma chi parla è il parroco, Padre Graziano: le messe le direbbe lui, no?
– (247/8): “Oreste Capone (…) dovette inchiodare la Golf per non stirarlo sul marciapiede”. Ma perché, visto che il pedone “Camminava rasente ai muri” ?
– (262): “Il corpo aveva subito l’autopsia. Disteso nei frigoriferi della morgue”. Non ne bastava uno solo?
– (275): “(…) qui nessuno gliele dice in faccia le cose, ma io sì! Mi fa schifo! Ci ha strozzato (…) Ma rimarrete da solo.” Marinella, disperata e incazzata, passa dal lei al voi senza accorgersene, poi persino al tu alla pagina successiva, ma allora Manzini lo sottolinea.
– (331): “Francesca Biraschi (…) Veniva da Villa San Giovanni”. Con un cognome così nordico?
– (343): “A casa lo aspettava Ida, gli spaghetti e don Felipe”. Meglio lo aspettavano.
– (351): “E non c’era Bellè, preti o Stato che potesse bussare a quella porta”. Meglio non c’erano e potessero.
– (346): “Più sgradevole di una minestra andata a male, di una cosa già digerita e che rigurgita nell’esofago”. Che rimonta? Che risale?
…..M. M.
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