LE SOLITE INCERTEZZE DI GUERRIERI

L’avevamo già notato nei primi libri di successo di Carofiglio e la cosa si ripete pari pari anche nel recentissimo “La misura del tempo” (Einaudi, novembre 2019, 284 pp.): il suo protagonista, l’avvocato Guerrieri, ha in mente di dire qualcosa, la dice al lettore, ma poi fa marcia indietro e NON la dice al suo interlocutore. D’accordo, sarà una cifra stilistica del Nostro, ma dopo un po’ viene ad uggia, quasi come un tic simenoniano.
Ecco gli esempi:

– a pagina 123: “Non dissi così”.

A pag. 124: “Ma quest’ultima precisazione la omisi”.

– A pag. 126, quasi una spiegazione: “Mi dissi che non sarebbe stata un’ottima idea condividere questo flusso di fantasticherie. (…) Fu forse la mia vecchia paura del silenzio, il mio sentirmi sempre a disagio e leggermente responsabile degli altri, preoccupato di ciò che pensano, a farmi dire una cosa che in realtà non avrei voluto”.

– A pag. 163: “Talvolta pensai di farle rispondere che l’avvocato era fuori studio. Non lo feci mai”.

– A pag. 225 ancora un comportamento contraddittorio: “Dovetti controllare l’irritazione, prima di rispondere, e ne venne fuori un tono paternalistico per cui poco dopo mi detestai.

– A pag. 244 casca l’asino: “Stavo quasi per mettermi a ragionare con me stesso, per risolvere la questione prima di parlare. Poi mi dissi che era una cattiva idea. Pessima dato il momento.” (?!)

– Finalmente un po’ di chiarezza a pag. 273: “Per una volta le parole avevano esattamente il loro significato letterale”. Era ora!

– Ma all’ultima pagina addirittura due esempi fanno ripiombare l’avvocato Guerrieri nell’incertezza esistenziale più profonda: “Pensai di andare a prendere una sigaretta dal bidone della spazzatura e accendermela. Non lo feci.” E: “Il disappunto personale è uno dei tanti dettagli. E i dettagli non sono importanti. Non è vero, i dettagli sono importanti. Ma questo non lo dissi”.

Carofiglio, ma come le scrivevi le tue sentenze?!

M. M.

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