ANTONIO CAPRARICA A PARIGI 13 ANNI FA

Nel suo vivace libro del 2007 “Com’è dolce Parigi … o no ?!” (Sperling & Kupfer, pp. 200), nel raccontare il suo anno precedente nella capitale francese, il brillante reporter RAI si ripete alcune volte e forza qualche termine qua e là:

già alla primissima pagina, la numero XIII dell’Introduzione, definisce quello sotto la Manica “l’insensata iattura del tunnel sotterraneo”. Anche subacqueo allora!

Alla pag. XVII v’è, a nostro modesto avviso, un’inversione sintattica: “I nuovi Picasso o Modigliani sono piuttosto di casa a Londra o a Nuova York”. Meglio ‘sono di casa piuttosto’.

A pag. 26 si trovano “parecchi locali più noti e meno riservati”. Forse ‘meno esclusivi’.

In gita ai castelli della Loira, a pag. 124 Caprarica specifica che le andouillettes sono (salsicce di trippa), ma a pag. 182 se lo dimentica e ribadisce: “l’andouillette (la salsiccia di trippa)”.

Sempre nei paraggi, a pag. 127 ci svela che “Rabelais (che tra l’altro era della zona, vicino a Chinon)”. Ma dopo quattro pagine ce lo ricorda nuovamente: “Dopo tutto, queste sono le terre di François Rabelais, che nacque poco distante, a Chinon”.

Infine, parlando degli Champs-Elysées, a pag. 157 vengono definiti “il viale più famoso del mondo”, mentre a pag. 195 sono soltanto “la strada forse più celebre del mondo”.

Rileggere i propri testi prima di licenziarli!

M. M.

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