Sempre a caccia di peculiarità editoriali, ci siamo imbattuti doverosamente nel più recente atto della saga di Adamsberg e Danglard, scaturito dalla penna di Fred Vargas e uscito a giugno in Italia: “Tempi glaciali” (Einaudi, 444 pagg., 20 Euro).

A parte i soliti ‘distrattamente’ (ve ne sono otto), due ‘automaticamente’, un solo ‘meccanicamente’, e nessun ‘macchinalmente’ a tradurre l’abituale ‘machinalement’ francioso, la traduttrice Margherita Botto escogita comunque ‘un’occhiata automatica’ e ‘qualche ampio gesto meccanico’ da fare invidia ai traduttori di Simenon. Poi, in quattro occasioni (alle pagine 71, 74, 114 e 391), indulge in un gallicismo che, trasposto in italiano, dice proprio pochino:

“A credere che…” (A croire que)

Ma è tuttavia l’editore a dar prova, ancora una volta, di riprovevole sciatteria, quando nella quarta di copertina, fatta apposta per invogliare l’acquirente-lettore, dichiara:

“(…) lo specialistica in pesci d’acqua dolce” (sic)

M. M. 16 settembre 2015

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