Anche in “Giorni in Birmania” (1934) di George Orwell, tradotto da Giovanna Caracciolo per Longanesi nel 1948, si beve frequentemente, soprattutto perché i membri della classe britannica dominante, i cosiddetti pukka sahib, si riuniscono preferibilmente nel proprio esclusivissimo circolo dove si mesciono, in media ogni quattro pagine:

Brandy (3 volte)
Gin (10)
Wisky (sic!) (25)
Wisky e soda (3)
Birra (9)
Rinfresco liquido
Limonata con gin
Vermouth
Altri liquori assortiti (4)
Alcool
Vino di palma
Vino bianco (2)
Alcool di riso cinese
Cocktails

Tenendo conto anche delle frasi relative al bere:

“… andò al circolo ad ubriacarsi”
“… un buon bicchiere”
“… bere di nascosto”
“… si trattenne a bere con gli altri”
“Tutti bevvero”
“Sedevano bevendo”
“Ho bevuto un pochetto”
“… dopo quella notte di ubriachezza”
“… anche se beveva un pochino”
“… tutti avevano già bevuto quel che bastava”
“… indeciso, con una bottiglia vuota per mano”.

E infine, a pagina 289, una svista sfuggita all’Autore e/o alla traduttrice:
“Il giorno seguente piovve per trentotto ore di seguito”.
Potenza dei monsoni birmani!

M.M.

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