GIORGIO CAPRONI, LIVORNESE, TRADUSSE CÉLINE

…..E trasformò “Morte a credito” pubblicato nel 1938 e ambientato intorno al 1910 (Garzanti, 1964 e 2020, 560 pp.) in un romanzo dalla parlata toscana.

…..Premesso che nel 1981 Gallimard aveva reinserito le parti precedentemente censurate, pornografico-scurrili, anche l’editore italiano agì in tal senso, dimenticandone però almeno una, a pagina 60 della presente edizione: manca ancora un ‘masturbato’.

…..I seguenti vocaboli appaiono tutti con l’accento grave: senonchè, perchè, nè, sè, poichè, finchè, dacchè, macchè, giacchè, nonchè, fuorchè, acciocchè, pressochè, dopodichè, purchè, alcunchè, allorchè, corvè, affinchè, chè, altrochè … Però al momento di scrivere bignè, puntualmente Caproni e Garzanti ci mettono l’accento acuto: bigné!

…..E’ tempo di immergerci nei toscanismi: faccio e vado sono sempre fo e vo; invece di ‘sciocco, minchione, babbeo’ si trovano sempre ‘mecco, fregno o bischero’; muggire è quasi sempre mugliare, o mugghiare.

– A pagina 19 si trova ‘un forbicìo di gente’, a pag. 32 ‘un forbicìo di cose’, a pag. 184 ‘un forbicìo di tende’ (che risultano sforbiciate?!); a pag. 232 ‘un forbicìo di soldati e/o di fanfare’; a pag. 298: “Ce n’era un forbicio di boschetti, d’orticelli, sul davanti e sul didietro…”; a pag. 486: “un forbicìo di anonimi”.

…..Poi, tra errori, oscurità e bizzarrie dialettali:

‘fufi’ = debiti;
‘bacàn’ = padrone, proprietario;
belletta = fanghiglia, melma;
zella = sporcizia, suudiciume;
‘invoglio’ per involto involucro;
“se ne regalava più di me” = ‘ne godeva’;
un’amalgama (sic);
“diffidava a sfascio”;
“vagellava a tutta borra”, cioè “vaneggiava, farneticava a tutto spiano con parole e frasi inutili”;
‘stoppinare’ e ‘stoppinarsi’ per ‘chiudere/tappare’ e ‘rin-chiudersi’;
“andare in busca” per “andare in cerca”;
“a tutta gargana” per “a bocca spalancata”;
“tutta la lustra” per “gente in vista”? Ma “un po’ di lustra ci voleva” per ‘apparenza/sfoggio’;
“a refe doppio” (una dozzina di volte);
‘s’infottersene’ (declinato un fottìo di volte);
fondiglio (feccia); odorognolo; macchinicco;
‘penni’ per ‘pence’;
‘sonnaia’ per sonnolenza;
‘accalmìa’ per bonaccia;
‘a buco’ per a puntino o appena appena;
‘a pepe’ per benino o al volo;
“un briccico di amor proprio”, cioè una briccica, una briciola, un briciolo, un (sic) zinzino/zinzinello.

…..A pag. 259 sta scritto: “con questa popo’ di concorrenza?”; a pag. 267: “Ma guarda che popo’ di stranezze!”; a pag. 278: “quei popo’ di sacrifici.”; a pag. 310: “con quel popo’ di nomone.”; a pag. 343: “quel popo’ di roba.”; a pag. 348: “quel popo’ di catorcio spetezzante.”; a pag. 398: “e sempre con certe popo’ d’arie…”; a pag. 408: “quei popo’ di trulli!”; a pag. 418: “un popo’ troppo”… Leggasi sempre po’ po’ !

…..Procediamo con altri toscanismi, più o meno oscuri:

smammante; sceviotte = lane Cheviot; la cianca (gamba storta e difettosa); tatueggiatore x tatuatore; zinghi (?); “gli prendevan le fotte” x stizza, collera; mostaccio x muso; “noi vecchi fifi” (articoli di merce?); “i denti fifaufeggiano”; zollo (x cane ?); schiccheri x schizzi; tampoco; mangoi x sghèi; buccolica x roba da mangiare; pastingolo = cibo, pasto; “una gran bida” (?); musse (x fandonie?); cimberi x cimbali; cercarlo x prenderlo; cacàccioli (pallottoline di carta per cerbottane) in salamoia; l’indomattina (?!); figura cacìna (v. Athina Cenci ne La Famiglia di Scola); “rompermi il bechetto” (cazzo); “da far venire i biascioli” (le bave); paltoniere = mendicante, pitocco; arrocchita x arrochita; ´N assidoro! (ligure per ‘N accidente!); citto (piccolo, fanciullo, ma qui significa po’); ‘chianna chianna’ = lemme lemme; Mùccala! = Piantala!; assuccarlo = legarlo stretto; Malfussi! = Cagnacci pidocchiosi!; bezzi per soldi; “mettere i pinci” per “piantare i picchetti” o “metter radici”; cugge per coglioni; bisagnina = abitante della valle del Bisagno (?); tamburlano forse per alambicco; bruci per buchi o bruchi (?); caracò per corpaccione; incheccarsi per balbettare; coccona e cuccona per gallinona; a macca = a ufo; ficchini per ficcanaso; barba per manco; micche per chiappe; sgnaccheri per ragazzini; “còccina da vero burino”, cioè ‘cadenza dialettale’; cancarone = vino scadente, vinaccio; canacco per canaco, kanak = indigeno della Nuova Caledonia; corbelloria per balordaggine; zizzole = giuggiole, inezie, bazzecole, ma qui ‘situazioni spiacevoli’.

…..M. M.

***

CONDIVIDI