SIMENON INCIUCCA LE QUOTE…

Nel suo libro del ’70, “Il ricco” (Mondadori, 1971, 172 pp.), tra l’altro probabilmente l’opera più sessualmente esplicita del 67enne Autore belga, Simenon commette tre strafalcioni cronologici assolutamente sorprendenti per uno come lui, così immerso nella scrittura in quella settimana / dieci giorni che durava ogni stesura.

A parte 14 ‘machinalement’, che la traduttrice Elena Cantini volge due volte con macchinalmente, un automaticamente, sei distrattamente, quattro meccanicamente e uno squisitoquasi meccanicamente’, a pagina 40 il padre del protagonista “aveva più di ottant’anni”, ma tenuto conto che il figlio maggiore, come specificato in più punti del libro, ne ha 45 e che il minore ne ha cinque di meno = 40, e che la moglie morì poco dopo la sua nascita, a pagina 56 ringiovanisce, poiché ci viene detto che “A trent’anni, poco dopo la nascita di Daniel, era già vedovo.”, per cui
40 + 30 = 70, oltre dieci anni di meno!

La giovanissima lolita Alice ha appena 16 anni, ma a pagina 68 Victor, scandalosamente invaghito ed evidentemente fuori di testa, pensa che “Avrebbe potuto avere una figlia della sua età, e maritata già da tempo, con dei bambini”. (?!?)

Terza età ‘inciuccata’ da Simenon: quella della tenutaria di bar-bordello Nénette, che a pag. 23 “Era una donna piccola e grassottella, di quarantacinque anni.”, ma a pag. 86 viene specificato che quando si conobbero con Victor, quindici anni prima, “Nénette allora non aveva vent’anni e ne dimostrava molti meno”. Insomma, l’inclinazione nabokoviana del 67enne Simenon si rivela di nuovo: più son giovani e più sono appetibili!.

Ci tocca poi segnalare tre pecche della traduttrice, che a pag. 77 mette in bocca un “Salve!” brontolato da Victor Lecoin all’indirizzo di Nénette, che gli ha presentato un conto alquanto salato per donnine e champagne. Ovviamente la sorpresa ironica si esprime con un “Salute!”.

Frase incredibile a pag. 114: “Uno di questi giorni bisognerà che tu venga per il funerale”. A scelta?

Infine, a pag. 126, troviamo ‘forca’ per ‘forcone’, che è giusto ma fa un po’ impressione nella frase: “(…) si serviva della forca come un uomo”.

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…E SBAGLIA I CALCOLI

“Il grande Bob” (1954) uscì nel settembre ’62 nella collana “L’altro Simenon” (Mondadori, 200 pp., 1600 £) per la traduzione di Elena Cantini, la quale prese un granchio colossale a pagina 65: “Andiamo dagli Untel” …che sarebbe invece la notissima famiglia Tal-dei-Tali!

Poi, a pagina 80, per curare un mal di gola: “Ho messo delle compresse umide”. Magari degli impacchi o impiastri!

A pag. 101 sbaglia ausiliare: “… credo di aver arrossito”.

E a pag. 176 scrive ‘pressocché’, ma non è grave.

Invece è l’Autore a fare un errore anagrafico, confondendosi e confondendoci sull’età del protagonista: a pag. 86 Lulu racconta alla voce narrante Charles che con Bob si erano conosciuti nel 1930, e che lui aveva quattro anni più di lei, il giorno prima di laurearsi (quindi avrebbe avuto sui 23 anni) e lei diciannove, come confermato a pag. 135.
A pag.103 la stessa aveva precisato che erano stati “felici insieme per ventitré anni”, quindi l’azione si svolge nel ’53; però a pag. 127 la moglie di Charles sottolinea come Bob “abbia aspettato di avere quarantanove anni” per suicidarsi: per cui i conti non tornano: 1953 – 49 = 1904 + 23 = 1927, ma in questo modo Bob e Lulu si sarebbero conosciuti tre anni prima di quanto narrato.

M. M.

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