GUILLAUME MUSSO, CONFUSO VIAGGIATORE NEL TEMPO

E’ mai possibile che un autore, definito di enorme successo, nell’ideare una trama che vorticosamente proietta i suoi personaggi in un corridoio temporale di almeno un quarto di secolo con continui rimandi cronologici, NON si renda conto di costellare la storia del suo Arthur Costello di numerosissime incongruenze ?!
Scandagliando a fondo il suo libro del 2015 “L’istante presente” (La nave di Teseo, ottobre 2019, 333 pp.), abbiamo rilevato quanto segue:

per quattro volte si fa riferimento all’aeroporto di New York come al JFK, va bene, ma nel 1958?!

A pagina 81 s’incontra un ‘era’ per ‘erano’.

Un paio di volte, nel 1993, il nonno Sullivan fa riferimento alla sua sparizione nel ’54 collocandola solo trent’anni prima.

A pag. 98 un buffo “Mi faci largo”.

A pag. 123 delle pochette s’indossano (?)

– A pag. 125, il 10 maggio 1994 a New York, camino acceso e: “Presto, entra, fuori ti si gelano le chiappe!” (?)

A pag. 132: “… seguii le tracce di sangue fino alla cantina. Quel sentiero di emoglobina mi condusse fino alla famosa porta metallica …” Bah!

A pag. 152: ”Jane Russell? Oggi dovrebbe essere vicina agli ottanta…” Ma nel ’95 ne aveva solo 74.

L’età del nonno viene sbagliata più volte, visto che lui stesso dichiara a pag. 129 che nel ’54 stava per compiere trentadue anni, a pag. 179, nel ’96, si contraddice attribuendosene già 75, mentre a pag. 217 è il nipote a sbagliarsi: “Aveva superato gli ottant’anni.” Ma siamo nel ’99, quindi ne ha solo 77.

Lo stesso Arthur, stressato dai continui salti annuali nel tempo, a pag. 171 si denigra: “Mi guardai nello specchio con costernazione. Avevo quarantasei anni e li dimostravo tutti.” Ma si sa che è nato il 4 agosto 1966 e ‘oggi’ siamo solo nel febbraio 2012.

Lo stesso anno un barbiere gli dice: “Sai che nel 1950 facevo già la barba a tuo nonno? Ci conosciamo da sessant’anni, Sullivan e io.” Da ormai 62, evidentemente.

A pag. 274 il complessato figlio Benjamin, quasi decenne, avrebbe bisogno di uno psichiatra. Magari basterebbe uno psicologo, no ?

Il ragazzino poco dopo accusa il padre di essere assente, tanto che la secondogenita, Sophia, non lo chiamerebbe mai papà! Ma le tre sole volte che Arthur l’avrebbe potuta incontrare, in tre anni/giorni, lei era o troppo piccola, o dormiva con la febbre, o proprio non l’ha vista!

Cavolata astronomica a pag. 292: “domenica 2 febbraio 2014 (a New York) il sole allo zenit.” (?!)

Alla stessa data, a pag. 295, la deliziosa Sophia, nata nel luglio del 2008, afferma: “Ho solo sei anni!” Non ancora, ma comunque sa già scrivere, infatti consegna un misterioso biglietto a suo papà dove ha scritto: “Vuoi conoscere un segreto, papà? Lo scrittore sei tu.” A 5 anni e mezzo?!

Ultimo errore marchiano del Musso a pagina 313; siamo alla fine del 2014 e Arthur confessa: “La morte di mio nonno Sullivan, all’inizio dell’anno, mi aveva distrutto.” Peccato che il decesso sia avvenuto, a pag. 288, lunedì 15 aprile 2013.
Si vede che i continui salti in avanti a ore e giorni incerti hanno completamente sbalestrato eroe e creatore.

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SIAMO ALLE SOLITE, MUSSO

Guillaume Musso ha appena inaugurato la collana Brivido Noir col suo romanzo dell’anno scorso, “La vita segreta degli scrittori” (GEDI, Roma, 4/6/20, 250 pp.), riempiendolo di imprecisioni che andiamo a stretto giro di lettura ad elencare.

Innanzitutto a proposito delle dimensioni dell’Isola fittizia di Beaumont, della quale viene fornita una mappa alle pagine 8 e 9, e alla quale il lettore ovviamente fa riferimento: a pag. 28 viene descritta come avente “la forma di un croissant; un semicerchio di una quindicina di chilometri di lunghezza per sei di larghezza.” Orbene, a pag. 54 è scritto che tra Tristana Beach, luogo del raccapricciante ritrovamento di un cadavere, e la Piattaforma di Saragota, dove attraccano le forze di polizia, ci sono “una decina di chilometri”, ma in linea d’aria, da cartina, saranno appena due! Mentre il minuscolo scoglio di Punta dell’Ago, che si trova a cinquanta metri dalla spiaggia, nella cartina appare gigantesco e distante cinquecento metri dalla costa.

Spostandoci sul versante cronologico, a pag. 62 Mathilde afferma che “James Joyce è morto quarant’anni prima che io nascessi.” E quindi: 1941 + 40 = 1981, invece poco oltre nella pagina la stessa precisa: “Primavera 1998, a Parigi. Avevo quattordici anni.” … E non diciassette! Ma comunque per tutto il resto del testo lei viene definita ‘giovane donna’, anche se la vicenda è ambientata soprattutto nel 2018…

Strani week-end lunghi per Musso: a pag. 88 il 23 dicembre del 2017 era un sabato ma “Scottie sarebbe tornato al garage soltanto il lunedì.” …Proprio il giorno di Natale? A lavorare?!
A pag. 156 invece si parla di una fotografia “datata 3 maggio 2000 – scattata sicuramente durante il ponte del Primo Maggio.” …Peccato che il 3 maggio quell’anno fosse un mercoledì!

Tornando alla dislocazione dei posti chiave sull’Isola di Beaumont, a pag. 117 si parla della “Punta sud-ovest dell’isola”, ma quel luogo, sulla mappa, si trova precisamente a ovest, stando anche alla rosa dei venti presente in basso a destra di pag. 9. Dopodiché, alla pagina successiva, “il pick-up di Mathilde si allontanò e puntò verso ovest”. Dunque in mare aperto?!

Di nuovo una cronologia opinabile a pag. 152: “Nei primi anni Novanta (…) a New York, prima della caduta delle Torri.” …Che avvenne, come noto, circa dieci anni dopo.

– Per concludere, veniamo agl’intoppi causati dal traduttore, Sergio Arecco:

a pagina 31: “E metterà via la chiave?” > getterà (per poi chiudere definitivamente un’attività).

A pag. 33: “i supporti di presentazione.” > rastrelliere? (per esporre i libri in libreria).

A pag. 37: “E’ un esercizio finzionale che non ha più molto senso.” … Non stentiamo a crederlo.

A pag. 150: “Mi si chiarì in tal modo un possibile scenario a tinte fosche.” (?)

A pag. 151: “(…) in quella semioscurità, la stanza mi appariva in una luce diversa.” …Et pour cause.

A pag. 155: “(…) ma ne aveva però creata una per la libreria”

A pag. 223: ‘invertire’ per ‘scambiare’.

M. M.

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