L’ORCHESSA DISTRATTA
Nel suo libro “L’orchessa e altri racconti”, pubblicato da Adelphi nell’agosto 2014, Irène Némirovsky farcisce le circa 250 pagine di azioni effettuate ‘meccanicamente’ , ‘distrattamente’ o simili per ben 28 volte: oltre una ogni dieci pagine, confermandosi la vera regina del ‘machinalement’, a scapito persino di Simenon!
Bisogna comunque dare atto alla traduttrice Simona Mambrini di non aver mai optato per rendere con ‘macchinalmente’ l’avverbio fétiche degli anni30 parigini.
Nel dettaglio, in otto dei nove racconti, abbiamo reperito 6 meccanicamente, 9 distrattamente, 3 istintivamente, 3 automaticamente, 3 gesti automatici, un riflesso automatico, un involontariamente e due d’istinto.
Per dovere di inventario è bene precisare che proprio nel racconto che dà il titolo alla raccolta, l’ultimo anche in ordine di pubblicazione (1941), ‘istintivamente’ e ‘d’istinto’ non sono appiccicati all’azione del personaggio, bensì funzionali alla narrazione:
“… il profondo affetto che nutrivo per lui mi portava istintivamente a stargli accanto.”
“Il genio sa d’istinto ciò che il semplice talento acquisisce con l’esperienza.”
M. M.
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