PASTICCI PER NERO WOLFE

Nel maggio 1973 Mondadori pubblicò l’elegante Omnibus “Re Nero vince in sei mosse” contenente sei romanzi e racconti di Rex Stout in XX + 616 pagine, per la somma di 4300 Lire dell’epoca (oggi è bastato un euro al Balòn).
Ci occupiamo qui dei primi due: “La lega degli uomini spaventati” del 1935 e “Troppe donne” del 1946, per elencare i vari errori riscontrati.

L’ambientazione temporale del primo è precisata nella fittizia biografia a firma di Archie Goodwin posta a inizio volume: dal 2 al 12 novembre 1934; ma allora a pagina 12 gli anni non quadrano, poiché si parla di “cinque anni fa, (…) appunto nel 1930”. Probabilmente l’Autore rimase impigliato nel momento in cui stava scrivendo!

Ma veniamo ai problemi creati dal traduttore Antonio Pitta: l’uso di ‘bibita’ per ‘bevanda’ e si tratta di liquori forti; ‘Vedo’ dall’inglese ‘I see’ per ‘Capisco’; ‘rivoltò’ per ‘capovolse’ la caffettiera napoletana; oltre ai refusi ‘Lo segui per ‘Lo seguii’ e ‘spostato’ per ‘sposato’.

Il secondo romanzo fu tradotto da Ida Omboni e già alla pagina dei Personaggi principali (142) si notano notevoli mancanze di nominativi centrali alla storia, almeno otto, compresa Rosa Bendini, che compare misteriosamente accennata solo in riferimento a Harold Anthony ‘marito di Rosa’ (?). Inoltre l’affascinante Cecily diventa un conturbante maschio che risponderebbe al nome di Cecyl

Ed ecco l’elenco delle pecche della traduzione: ‘misurai’ per ‘assestai’ (tre pugni alla milza); a pagina 192 si trovano degli “occhi scintillanti e sbiaditi”; a pag. 197 il solito scandaloso errore ortografico che non manca mai: ‘nessunaltro’; per Omboni ‘downtown’ (il centro città) è sempre ‘la città bassa’, come a dire ‘i bassifondi’, mentre ‘uptown’ (i quartieri alti) di conseguenza risulta ‘la città alta’; la metropolitana di New York, ‘undergorund’, è ridotta a un’umile ‘ferrovia sotterranea’; ‘facciatosta’ sarebbe ‘faccia tosta’; ‘paletò’ alla torinese, piuttosto che ‘paletot’ o ‘paltò’.

Infine a pagina 264 è caduto un ‘non’ e il significato ovviamente si capovolge: “Wolfe: – Non ho bisogno di voi. – (…) Il signor Wolfe (…) ha detto che ha bisogno di voi”.

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ALTRI PASTICCI PER NERO WOLFE

Anche nel terzo romanzo dell’antologia “Re Nero vince in sei mosse” (Omnibus Mondadori, 1973), dal titolo “Abbiamo trasmesso”, scritto e ambientato nel ’48, Rex Stout non è servito troppo bene dalla traduttrice Ida Omboni né dall’editore, a iniziare dalla lista dei Personaggi principali a pagina 278, dove ne mancano almeno quattro, il cognome della vittima appare come Orcard invece del corretto Orchard, e gli sponsor o finanziatori del seguitissimo programma radiofonico sono definiti ‘Organizzatori’.

Omboni usa sempre ‘aperse’ per ‘aprì’, ‘offerse’ per ‘offrì’, ‘copersi’, ‘scopersi’ e uno spiazzante ‘L’apersi’, che, trattandosi di una busta importantissima, sarebbe imperdonabile da parte di Archie Goodwin!

A pagina 293 compare un conteggio con due cifre, derivate da percentuali, errate: trattandosi di una somma totale di 20.000 $, il 28% non fa 5.500 bensì 5.600 e il 2% non sono 500 ma solo 400.

A pag. 314 si fanno delle chiacchiere in famiglia, ma non si sa se due o quattro.

A pag. 349 un’assurdità: (…) mi accorsi che il principale cominciava a lievitare.” Wolfe? Con la mole che si ritrova?!

A pag. 352 c’è una riga intera ripetuta in mezzo alla pagina.

A pag. 395(…) anche Wolfe pesterà il naso.” Sbatterà.

A pag. 396 Goodwin usa la poltrona e il telefono del vice commissario O’Hara, però risulta paradossalmente “davanti alla sua scrivania”. Immaginiamo ‘dietro’.

A pag. 405 Wolfe confessa sorprendentemente un proprio errore in pubblico: “Sono stato troppo cauto e sono fallito in maniera lagrimevole”. Viene il magone anche a noi per quest’ausiliare sbagliato…

E ancora nel racconto successivo, “Colpo di genio” del 1960, a pagina 427 la traduttrice Laura Grimaldi mette in bocca ad Archie un ‘attaccato’ per ‘abbordato’ una bella ragazza.

Poi usa sempre ‘annoiato’ per ‘scocciato’: la differenza di significato magari è minima, ma se Stout scrive ‘annoyed’ non intende certo ‘bored’.

A pag. 455 si trova ‘sequestrare’ invece di ‘trattenere’/’confiscare’ un anno di stipendio.

Infine a pag. 457 il Sergente Stebbins, a un ‘Intesi?’ di Archie, risponde con un “Non potete intendervi con me”. Dove sarebbe stato meglio un ‘accordarvi’.

– Nel quinto racconto, “Vicolo cieco” del 1963, Laura Grimaldi compie solo una scelta cassabile: a pagina 476 usa ‘melanzane imbottite’, come dei panini, invece di ‘ripiene’ o ‘farcite’.

Invece a pag. 479 si trova un refuso: “Che cos’è è successo (…)?”
E a pag. 526 di nuovo l’erroraccio: “unappuntamento”.

– Nell’ultimo racconto, “Un mistero per Goodwin” (1964), riscontriamo solo due refusi:
a pagina 548 “mai sentito sentito nominare”; e a pag. 557 ‘Annui.’ per ‘Annuii.’

Va’ invece un plauso alla traduttrice, che finalmente ha adottato la forma ‘Aprii’ invece di ‘Apersi’.

M. M.

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