POCHI SCOMPENSI NELL’ULTIMO HORNBY

…..Nick Hornby è sempre brillante e divertente nel raccontare i casi dei suoi personaggi londinesi, questa volta colti nel dilemma Brexit di quattro anni fa, non fosse per la noia che invece ci procura leggere di divorziande arrapate, alcolisti anonimi, figli in comproprietà da babysitterare e altre amenità; oltre allo sconcerto per i formalismi esagerati nel parlare e nel socializzare di questi britannici.
…..Ma veniamo alle incongruenze di “Proprio come te” (Guanda, sett. 2020, pp. 363), per la traduzione di Elettra Caporello:

…..Diciamo subito che manca l’Indice, ed è una pecca in quanto le tre parti scandiscono epoche ben (?) precise: Primavera 2016 (che però si spinge fin dentro all’Estate);
Autunno 2016; Primavera 2019.

– A pagina 27 si specifica che Dylan, primo figlio della protagonista Lucy, ha dieci anni appunto nel 2016; poi però a pag. 46 lei afferma che nel 2006 non era ancora nato
(a meno che Joseph, dicendo che giocava a FIFA ’06, non intenda che ci giocava già subito appena uscito, nell’ottobre 2005…).

Alle pp. 78/79 strane cose potrebbero succedere in piscina: “c’era solo una donna, che camminava avanti e indietro. Un sacco di anziani lo facevano, per recuperare dopo un infortunio. Non sembrava sul punto di annegare per il momento.” Supponiamo che la traduttrice abbia equivocato su quel ‘camminare’ per ‘fare delle vasche su e giù’. A meno che Joseph/Hornby abbia voluto fare una battuta.

– A pag. 157, tornando a Joseph, si sa che il giovane aitante babysitter ha 22 anni, essendo nato nel 1994, ma allora perché la tardona Lucy ammette di “andare a letto con uno che nel 1990 portava il pannolino”?

– A pag. 178 un errore abituale per i traduttori dall’inglese: “settantacinque penny” < pence!

– A pag. 280: “Indossava un abito increspato”. Lo Zingarelli li dà come sinonimi, ma a nostro avviso un abito di tessuto crespo è una cosa, mentre increspato sa di spiegazzato.

– A pag. 350 probabilmente un ‘vedono’ da ‘see’ per ‘capiscono’.

…..M. M.

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