2021: LE LIGURI DELL’ANNO
Euforbie, cisti e lentischi
ai lati della Napoleonica
nella fragranza dei pini
inquinata dal depuratore
Una ghiandaia s’attarda
sul sentiero, becchetta
poi vola via
mostrando il bianco del dorso
Cogliamo questi pochi giorni
dopo anni e anni
all’affaccio sulla marina
contornati dalle ruggini
Taglieremo seccumi
coglieremo limoni
bagneremo cespugli
per evitargli la fine della mimosa
…..(B.V. – 4.9.21)
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Pare che la tendenza
sia alla desertificazione,
ma non naturale, indotta…
I grossi pini marittimi
che ombreggiavano antichi
la scaletta delle suore
(preziosissime come il sangue)
furono mozzati anni fa,
e altri li seguirono al macero
lungo la strada di cornice…
Ora mancano all’appello
anche le palme da oasi
della passeggiata a mare,
forse per via del punteruolo rosso
o dell’insipienza governativa;
fatto sta che i terreni contigui
risultano assolati e inariditi,
per il piacere esclusivo
degli amanti dei giardini rocciosi,
indegni figuri che meritano
un destino di cactacee…
(B.V. – 5.9.21)
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Propaggini d’estate
s’insinuano nel settembre
e i riti abituali si ripetono
tra gli ombrelloni variopinti
della spiaggia liberatasi:
i singoli, le coppie, i gruppetti
e le famigliole
rasentano l’assembramento
senza mascherine
e ci mancherebbe:
respirare “lo iodio dello Ionio”
qui in cima al Mar Ligure
con la bocca schermata da un bavaglio
sarebbe antitetico!
Dall’alto del balconcino di guardia
sto di ramazza, di vedetta, di pattuglia
e mi godo l’ombra ventilata
l’aria alleggerita
le marezzature cangianti,
non dovendo partecipare
alla kermesse…
…..(B.V. – 5.9.21)
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Prendo per altri tratturi
meno battuti
specie ad ore mattutine
e m’imbatto in ville vecchie e nuove
che scimmiottano l’arcaico,
palazzotti pretenziosi
o fatiscenti magioni
Raggiungo il culmine dell’erta
ammirando la flora di contorno
e i residuali carrubi
un tempo residenti
come un trio jazz locale;
di ritorno a casa
l’accoglienza aspra dei limoni.
(B.V. – 6.9.21)
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Ciottoli scaleni (scassacaviglie)
giù dalla mulattiera Varavea
alla Grotta delle Arene Candide
che permane un mistero
Ci si trastulla
con velari ombriferi
e il sole birichino
che li travalica
I primi bagnanti
si trasformano in natanti,
speriamo non
in cataferi ambulanti
L’oleandro fucsia chiassoso
si staglia sui flutti turchesi,
mentre l’afa mattutina
ha cancellato la Gallinara
…..(B.V. – 7.9.21)
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Giorno per giorno
ingiallano i limoni
come pegni di un armistizio
tra estate e autunno,
sorvegliati dalla libellula
che s’è riservata un posto apicale,
sullo stecco più in alto
dove a volte incrociano i gabbiani
plananti
(B.V. – l’8 settembre ’21)
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Si diceva “un olio, una tavola”
di questo mare piatto
che si arricciola appena
a sfiorare gli alluci
della bellona mattiniera
Alla spicciolata arrivano
altri spiaggianti
con la sete di sabbia
e arrostimento
Per noi
non è più tempo di immergersi.
…………………………………..(ibidem)
Un cargo al largo
natante a sud-ovest
tra poco confermerà
la curvatura del globo terracqueo
e rimpicciolirà
fino a scomparire tra i flutti
senza però naufragare!
Irrimediabili treni màrqueziani
a turno sferragliano
sul binario inamovibile
trascinati o sospinti
da eccessive locomotive
in convogli di cinque, sei,
persino otto vagoni.
Dall’alto del dirupo
registriamo transiti
e stranezze veicolari,
rimanendo tetragoni
nell’ozio primordiale.
…..(B.V. – 9.9.21)
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Le onde fragorose
riducono la spiaggia
a pochi metri,
tra la battigia
e il muraglione dell’Aurelia:
gli estivanti tardivi
spostano i teli al sicuro
per non trovarsi i piedi lambiti
o gli oggetti ghermiti
Di quassù
in postazione vedetta
si controllano gli avvicendamenti
e i passaggi furtivi
sullo specchio di mare
e il segmento di strada:
‘stamattina due natanti all’orizzonte
han simulato una collisione
rivelatasi poi un’eclisse nautica
(B.V. – 10.9.21)
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Il tedio mi coglie
dopo giorni e giorni
a contare i vagoni di ogni convoglio,
come facevano i bambini,
e intanto il richiamo sporadico
della motrice
s’alterna alla sirena dell’ambulanza
sempre frequente sul litorale;
soltanto un treno
scivola via,
a destra o a manca,
frusciando silenzioso:
è l’elegantissimo “jazz”,
dotato sperabilmente
di musica soffusa (o chiassona)
all’interno!
…..(B.V. – 11.9.21)
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“La natura dello scoglio”
Il gorgo s’ingorga
dietro e sotto
il masso erratico spiaggiato;
un altro si mimetizza
perfettamente a pelo d’acqua
tra la ghiaietta e aspetta
un alluce o un tallone da sbucciare;
transitano maliarde
più o meno denudate
variamente attempate;
un pesce aerodinamico
spicca un balzo
oltre la superficie
gustando per un attimo
l’ebbrezza del volo;
noi percorriamo l’arenile
e il lungomare assolato
alla ricerca dell’ombra salvifica,
per non soccombere
per riemergere.
(B.V. – 13.9.21)
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Le fronde secche della mimosa
paiono una tamerice in fiore,
ma anche le tamerici in riva al mare
sembrano tutte morte, una trentina,
mentre la gigante decana
bella vispa e verzurante
l’han tagliata alla base…
Poi li chiamano vivaisti!
Piuttosto morteisti!
L’amico Filippo
sulle alture di Final Pia
ha rimpiazzato l’albicocco
non più fruttifero
con un tradizionale carrubo:
potrà farci i gelati
o nutrire il cavallo alato,
quello ricoverato
nella stalla di fianco!
…..(B.V. – 14.9.21)
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L’ippocastano incongruo
sul sagrato della chiesa,
quella di taglio moderno
non San Pietro al Borgio
Il boschetto d’eucalipti
capitozzati
per commercializzarne
le frasche novelle ai fiorai
L’ulivetto minuscolo
che abbellisce una panchina ovoidale,
zeppo di olivelle taggiasche
verdi o blu
Su questa vegetazione settembrina
il sole filtra tra i nembi
creando lame e pozze di luce
all’orizzonte del mare
(B.V. – 15.9.21)
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Turisti d’ogni dove
s’aggirano tra i carugi
del Borgo Veretium
punteggiati di gatti tronfi,
preoccupati o soddisfatti,
mentre una sposa si sposa
in Sant’Agostino teatrale
Le foto di scena
di tanti spettacoli ospiti
decorano i muri,
ma non dureranno cinquant’anni:
quella di Marilù Tolo discinta
nelle “Smirne” del ‘73
è ormai quasi svanita
…..(B.V. – 15.9.21)
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Scendiamo nella selva
che digrada a gradoni
e terrazzamenti
ricercando un appezzamento
infestato da piccoli scorpioni
al tratturo dell’Erxi
Ammiriamo
di tornante in tornante
gli scorci marini
o rupestri
profumati d’essenze
mediterranee
Ma il giorno appresso
ce ne stiamo spiaggiati
“a ripa di mare”
tra frangenti e cavalloni,
sovrastati da nuvolette
all’apparenza immobili
…..(B.V. – 12/13.9.21)
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