QUALCHE INTOPPO ANCHE PER CHICO BUARQUE

Nel terzo romanzo pubblicato presso Feltrinelli, “Il fratello tedesco” (maggio 2017, pp. 235), il grande cantautore brasiliano e il suo traduttore Roberto Francavilla incappano in qualche incongruenza, specie di carattere cronologico.

Tra le pagine 192 e 193, la madre del protagonista trascorre gli anni della vedovanza e del lento invecchiamento in uno stato di cecità allucinatoria: “… di fatto, in casa nostra, il 1973 ci mise anni a passare”, però l’Autore non può cronologicamente elencare il crollo del Muro di Berlino (’91), l’elezione del papa polacco (’78) e l’Italia campione del mondo (’82) in quest’ordine!

A pag. 205 l’anno del viaggio risolutivo a Berlino, con l’Autore “giunto a quasi settant’anni d’età” (Buarque è del ’44), non avviene evidentemente il 20 maggio 2003, bensì dieci anni dopo.

A pag. 198 la testa del fantomatico fratello tedesco, sempre definita a forma di mango, viene promossa (?) ad avocado.

A pag. 206 ‘le temute camicie delle SS’ vengono definite ‘brune’: bah!

A pag. 124 la perla (nera?): la polizia di San Paolo uccide due volte in un ‘confronto a fuoco’. Conflitto/Scontro!

Insomma, anche in Feltrinelli la figura del correttore di bozze o simili è latitante.

M.M.

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