DE CESPEDES IN DESUETUDINE

Nel suo intenso libro d’esordio, “Nessuno torna indietro” (Mondadori 1938, poi in CdE 1972, 330 pp.), Alba de Céspedes infiora il testo di numerosi stilemi d’epoca che, oltre ottant’anni dopo, risultano forzatamente desueti.

‘Per il’ per l’Autrice è sempre ‘pel’. 

A pag. 142: “… la vecchia smise di fiottare”, cioè borbottare, piagnucolare, mugugnare.

A pag. 147 ‘elci’ per ‘lecci’.

Alle pagg. 147 e 238 un termine letterario che significa ‘respiro affannoso’ provocato da ansia più asma: “L’aria pareva smossa dall’ansima delle cicale.” E: “l’ansima del treno”.

A pag. 152 ‘si ritenne’ per ‘si trattenne’.

A pag. 167: “sulle prime non trovavano da dirsi.” … O ‘che dirsi’ o ‘nulla da dirsi’.

A pag. 172 ‘la concezione’ per ‘il concepimento’.

A pag. 203 ‘portone’ per ‘androne’.

A pag. 204 ‘restituire’ e ’rovesciare’ invece di ‘rigettare’ o ‘vomitare’.

A pag. 216 un buffo scambio di consonanti: ‘precedessora’.

A pag. 221 ‘un paltò di pelusce’.

A pag. 227 ‘creerebbe’ per ‘avrebbe creato’.

A pag. 228 ‘penserebbe’ per ‘avrebbe pensato’.

A pag. 238: “Papà era morto di colpo, la notte.”, ma alla pagina successiva: “E ancora l’ultima sera, quando ormai non parlava più, pareva raccomandarmelo, indicando con gli occhi la fotografia”.

A pag. 242 strani sali da bagno verdi, all’odore di spigo, ma allora ce li aspetteremmo color lavanda, ma sono dettagli.

A pag. 251 un letterario ‘le aveva appreso a vivere’ invece di ‘insegnato’.

A pag. 268 facciamo la conoscenza delle ‘cioccolatine’ sparse dappertutto!

A pag. 280 ‘in più di’ invece che ‘oltre a’.

A pag. 304: “le monache si spropriavano in ceri”, cioè ‘si espropriavano’.

Infine, a pag. 316, troviamo ‘tante case di contro’, vale a dire ‘di fronte’, ‘in faccia’.

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STILEMI DESUETI NEL “QUADERNO PROIBITO”

Anche nel suo diario di una moglie del ’52, “Quaderno proibito” (Oscar Mondadori, 1972, 257 pp.), Alba de Céspedes utilizza tutta una serie di termini ed espressioni che ormai risultano un tantino datati, oltre alle sue parole fétiche sùbito (ma con l’accento acuto), andare attorno e or sono.

Tralasciando quasi ogni indicazione di pagina, abbiamo reperito comunque in ordine:

occorrenza per evenienza
principiare per iniziare
non posso a meno; non ho potuto a meno
riandassi per rivangassi; riandare il passato
acciocché per affinché
in appresso per dopo, in seguito
sottabito per sottoveste.

A pagina 62 un anacronismo: in data 24 gennaio 1951 la diarista Valeria scrive:(…) che ho incontrato ieri”. Ma si trattava invece di cinque giorni prima, il 19 gennaio.

Ho ricorso per sono ricorsa
“la sua favorita squadra di calcio è stata sconfitta.”
specchia per rispecchia
diversi di, invece che diversi da
maraviglia, maravigliosa, mi maravigliavo
finanche
“Gli ho domandato di che cosa il soggetto trattasse.”
voltata per svolta, curva
acerbamente per aspramente
invitati per indotti
appreso per insegnato
movente per motivo
abbrividisco
di contro per di fronte
ov’ella; ov’era.
(…) quando si usavano le brevi gonne.” (?!)

A pagina 240 viene riportata la data del 10 maggio, ma siamo invece al 19.

Altro errore a pag. 250: (…) non mi sarei mai fatto caso a Guido”.

(…) come battiti di cigli.” (?)

Per concludere, all’ultima pagina, con degli “smarrenti richiami”.

M. M.

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