I CONIUGI MALVALDI, IN DUE,
SBAGLIANO IL DOPPIO
….Si sono messi a scrivere un giallo insieme Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, “Chi si ferma è perduto” (Sellerio, ottobre 2022, pp. 346) e insieme ringraziano un sacco di persone, tra esperti, editors professionali e solo amici, che dovrebbero avergli corretto le bozze e/o il testo finito.
…..Ma allora quante strasolatezze vi apparivano prima di giungere in mano nostra? Ecco puntualmente l’elenco di quelle rimaste, la vergogna del tutto essendo da condividere tra editore, autori e pre-lettori succitati.
…..A pagina 16 si legge, testuale: “diciamo qualche monosillabo privo di senso tipo ‘eh’, ‘davvero’” (???)
– (Pagg. 18/172/288): il verbo ‘comminare’ significa solo ‘prevedere come sanzione/pena’, NON ‘irrogare/infliggere’! Invece i due autori fanno confusione tra ‘si infligge’ e ‘comminarsene’ (da 20 a 8 chilometri di jogging); ‘comminarmelo’ (un provvedimento disciplinare); “la sanzione comminata fu di cinquantamila lire”.
– (Pagg. 23/25/327/328): come già nei precedenti libri da solo, la toscanità di Malvaldi gli fa preferire ‘cancellino’ per ‘cancelletto’; però a pag. 38 si legge: “Sembrava uno sciatore al cancelletto”.
– (Pag. 28): ‘invoca’ per ‘scaglia’ (maledizioni azteche).
– (Pag. 57): “mi ci rimandi a me un’altra volta?”
– (Pag. 71): “posti ingiovibili”. Meglio “non giovevoli”?
– (Pag. 82): “Ecco, io giornate del genere le vivo ogni lunedì. I giorni in cui Pietro ha violoncello e Martino ha judo” …
– (Pag. 114): “sente una o più urla” …
– (Pag. 117): ‘la ragazza’. Ma Serena ha quarantasei anni (v. pp. 149 e 322).
– (Pag. 195): “il Papa direttamente in caso di comportamento improprio invoca l’Altissimo”. “Direttamente” va dopo invoca.
– (Pag. 213): per tutto il libro la voce narrante continua a dare del voi agli auspicati lettori (oltre a un “chi legge potrebbe stupirsi” a p. 304), ma qui si lancia con un incongruo “amico lettore” in una filippica antimaschilista che sbilancia il tutto.
– (Pag. 229): “…che Dio lo riposi nella sua pietà” (?)
– Pag. (231): “Solo tengo il fucile”. Tengo solo il fucile.
– (Pag. 234): interpolazione di un passato prossimo e di un presente in un periodo tutto al trapassato prossimo: (“E’ venuto fuori qualcos’altro che noi non sappiamo ancora?”. Era e sapevamo).
– (Pagg. 270/290/316): ciotoli per ciotole, quando i ciottoli, oltre che sassi, significherebbero anche, seppur in caso raro e dialettale, appunto ciotole, stoviglie.
– (Pagg. 294/295): “Cosa che adesso (…) non le sarebbe riuscito”.
– (Pag. 296) (speriamo che sia da intendersi come frase scherzosa): “Nuvole barocche, E fu la notte. (…) Tutte canzoni trascurabili” (?!)
– (Pagg. 335 > 337): “Era per fare contento il babbo. Lui diceva che dopo il classico puoi fare qualsiasi cosa”. Poi Artemisia, sempre rivolta a Serena, si ripete: “Io facevo il classico, perché il babbo diceva che dopo il classico puoi fare quello che vuoi”.
…..Insomma: rileggete quel che scrivete e pubblicate, ma tante volte!
…..M. M.
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