PIOVE UNA PIOGGIA NERAASTORELLA

…..Ci eravamo già occupati anni fa della traduzione di Giannetto Bongiovanni di “Il pleut, bergère” di Simenon (“Piove, pastorella”, Biblioteca Moderna Mondadori, 1948, 250 lire dell’epoca), per segnalarne le innumerevoli ‘discrepanze’ con l’originale e con un italiano comprensibile. [LEGGI PIU’ IN BASSO]
A un’ulteriore lettura comparata con la versione del 2002 di Carmen Tomeo (“Pioggia nera”, gli Adelphi, 130 pp., 7 euro), ci preme qui segnalare le diverse scelte effettuate per rendere il fétiche del grande belga: l’avverbio ‘machinalement’.

A pag. 11 del tascabile mondadoriano si legge: “distrattamente mi concesse un Buongiorno figlio!” dove l’Adelphi reca a pag. 15: “Si rivolse a me in tono distratto: Buongiorno, figliolo…

– A pag. 71: “Mi voltai macchinalmente” mezzo secolo dopo a pag. 55 è diventato: “Mi voltai meccanicamente”.

– A pag. 120: “Guardai vivamente zia Valeria.” a pag. 85 dell’Adelphi: “Guardai d’impulso zia Valérie”.

– A pag. 133: “Non riflettei. Fui istintivo.” diventò a pag. 94: “Senza riflettere, istintivamente”.

– A pag. 157: “Muovo macchinalmente (…)” > a pag. 109: “Spostavo meccanicamente (…).”

…..Concludiamo con un’ulteriore ‘trouvaille’ nel testo del ’48:

– A pagina 130 ‘vieille toupie’ viene reso con ‘vecchia trottola’, che sarebbe corretto se non si trattasse di un insulto, e quindi: ‘vecchia befana’, come traduce giustamente Tomeo.

…..M. M.

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SIMENON: UNA TRADUZIONE DI 70 ANNI FA

Nell’agosto del ‘48 la Biblioteca Moderna Mondadori pubblicò la traduzione di “Il pleut bergère…”, scritto da Simenon nel 1940, col titolo “Piove, pastorella” (pp.184, con in appendice “Il circo tragico” di Arthur Hoerl, di altre 37 pp, senza annunciarlo né in copertina, né in indice), per la traduzione infedelissima ancorché autorizzata di Giannetto Bongiovanni.

Nel portare avanti la lettura comparata coll’originale abbiamo ravvisato una trentina di inesattezze e/o madornali cantonate che andiamo ad elencare:

a pagina 17 ‘impotente’ per ‘invalida’;

a pag. 18 ‘dépoli’ viene reso con ‘vapore’ e invece significa ‘vetro smerigliato’;

ibidem: ‘blafarde’ è tradotto con ‘beffarda’ invece di ‘pallida/smorta’;

a pag. 31 ‘Dis donc!’ risulta piattamente ‘Dì dunque’, ma significa ‘Senti un po’’;

a pag. 43 ‘sécoué’ = ‘commosso’ per ‘scosso’;

a pag. 50 si trovano delle clienti ‘en cheveux’ che risultano ‘in capelli’ (?!) invece che ‘a capo scoperto’!

A pag. 58 ‘suint’ = ‘bagnato’, ma è il ‘sucidume’ di lana grezza di pecora;

a pag. 60 ‘soie’ diventa ‘tela’, ma è ‘seta’;

a pag. 61 ‘satin’ diventa ‘setino’ per ‘raso’:

a pag. 75 ‘satinette’ di nuovo ‘setino’ per ‘rasatello’;

a pag. 74 ‘place’ viene tradotto con ‘piazza’ ma in questo caso è ‘posto’;

a pag. 75 ‘pavé’ sarebbe ‘pavimento’ del mercato;

a pag. 81 certe pitture ‘fouillées’ sarebbero ‘incise’ piuttosto che ‘elaborate’;

alle pp. 83 e 161 i ‘bigorneaux’, che sono dei molluschi chiamati ‘litorine’, vengono tradotti con ‘bigornette’, che sono delle piccole incudini (!?)

a pag. 91 ‘effrayant’ risulta ‘sconcertante’ per ‘spaventoso’;

a pag. 97 la locuzione ‘en coup de vent’ viene tradotta con ‘a colpo di vento’, ma significa ‘di volata/folata//come un bolide’;

a pag. 114 due agenti ‘font les cent pas’, che risultano come ‘una passeggiatina’, mentre invece ‘vanno avanti e indietro’;

a pag. 115 dei ‘mots couverts’ diventano ‘parole coperte’, mentre sono ‘termini velati’;

a pag. 120 una bomba scoppia facendo un ‘long feu’, naturalmente tradotto con ‘fuoco lungo’, ma significa che ‘ha fatto cilecca’;

alle pp. 126/7 dei ‘larcins’ vengono tradotti arcaicamente con ‘latrocinii’… ma magari ‘furti’?

A pag. 127 la locuzione ‘tra due capoversi (alinéas)’ non viene tradotta;

alle pp. 133/4 dei ‘flageolets’ risultano degli ambigui ‘cornetti’ ma sono ‘fagiolini’;

a pag. 135 per ‘barrique’ si è preferito ‘caratello’ a ‘botticella’;

a pag. 137 ‘anormal’ è stato reso con ‘enorme’ (inaudito) piuttosto che con ‘anormale/strano’;

a pag. 142 è meglio non dire certe cose ‘en l’air’ = ‘all’aria’, ma significa ‘alla leggera’ !

alle pp. 159 e 178 si trovano delle porte ‘condamnée’ = condannate (?!), che sono ovviamente ‘murate’;

a pag. 160 ‘l’onglée’ =’intorpidimento alle punte delle dita’ è diventata ‘l’unghiella’ = lima piccola come un’unghia;

a pag. 168 due finestre ‘à tabatière’ sono ovviamente e oscuramente ‘a tabacchiera’, ma invece ‘ad abbaino/lucernario’;

a pag. 170 ‘une voix canaille’ risulta soltanto ‘una voce’, non più ‘canagliesca’;

a pag. 175 la folla fa tutta una serie di cose, ma ‘si inquieta/arrabbia’ è saltato.

Morale: ma che servizio culturale erano convinti di fare alla Mondadori settant’anni fa?

M.M.

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