foto_droga_vitale“A scuola c’è libertà di spaccio. La battaglia della legalità al Virgilio” (La Repubblica, 31 marzo 2016) a firma di Corrado Zunino che ci racconta dello scontro tra la preside, gli insegnanti ed i ragazzi (immagino, una parte dei ragazzi) in corso nel famoso liceo romano.

L’oggetto specifico del contendere è l’intervento dei Carabinieri a scuola per bloccare il traffico di droga che avviene quotidianamente da tempo tra i ragazzi. Che si lamentano dicendo della preside: “Non ci ascolta e pensa solo a reprimere”. La dirigente risponde: “No, pretendo solo il rispetto delle regole”. Un’insegnante aggiunge: “Se uno spaccia va arrestato, mica si possono lavare i panni in casa come si fa dalle mie parti?” alludendo a Castellamare, Angri, Pagani.

Tutti i dati parlano chiaro: tra i giovani ed i giovanissimi (a partire dai 12 anni) è aumentato il consumo di droghe. Che siano erba o pasticche, anche molto pericolose. E sono aumentati i disagi relazionali, comportamentali tra i ragazzi e le ragazze. Il consumo eccessivo, ossessivo di droghe, diventate sempre più accessibili e sofisticate, è spesso collegato all’uso precoce di alcool, persino a forme di prostituzione giovanile. Ovviamente sono aumentati anche i disagi psichici. Nella nostra Regione l’emergenza psichica degli adolescenti (qui parlo di ragazzi tra 11 e 17 anni), che esplode in una crisi con necessità di ricovero, è fortemente emersa. E, si noti, almeno 1 su 3 non è mai stato conosciuto dai Servizi. Si aggiunga che, sempre di più, è palese il danno che le droghe provocano nei minori a livello fisiologico. Molti studi e molti specialisti lo attestano.

I motivi del consumo di droga sono complessi: crisi della famiglia, emergenze sociali, disgregazione dei rapporti umani, scarsità di alternative culturali, ecc. Ovviamente giocano un ruolo anche la sana ricerca di trasgressione ed il gusto del rischio. C’è del “necessariamente” positivo in questo. Nell’articolo la dirigente dice: “L’aver consentito per molti anni una tolleranza rispetto a fenomeni di illegalità come le occupazioni, ha aumentato la convinzione che le scuole fossero spazi franchi”. Mi sembra giusto: il problema è la capacità degli adulti di dialogare coi giovani sapendo al tempo stesso fissare delle regole. E’ il cuore di ogni relazione educativa seria.

Ha ben ragione Benedetta Tobagi, sempre su Repubblica (“Sconfiggere la droga tra i banchi”) a dire che l’uso e lo spaccio di droghe a scuola è un sintomo che va affrontato e interpretato come un segnale di disagio più profondo. Ha ragione anche nel dire che non bastano lezioni astratte sui danni delle droghe (i ragazzi che ne fanno uso, se ne fregano) e che serve un confronto “a viso aperto, franco e diretto coi ragazzi” con l’aiuto, dice Benedetta Tobagi, di mediatori e psicologi. Sono d’accordo: da anni c’è chi dice che queste figure dovrebbero entrare nella scuola in modo organico e mirato al tempo stesso.

Ma c’è un punto che va sempre sostenuto: la regola. Un buon psicologo direbbe anche che esiste un principio di realtà al quale occorre riferirsi, proprio per crescere meglio. E che il dialogo è utile, ma lo è anche il posizionamento fermo di una regola, di un limite. Spesso è la mancanza di limiti che genera nei ragazzi disorientamento, disagio. Chi lavora nei servizi sul territorio, chi va tutti i giorni a scuola lo sanno benissimo. Anche i genitori lo sanno, ma spesso non ce la fanno e la situazione peggiora. Insomma, parlare è necessario, ma non basta. E spacciare droga è un reato.

Il 1 aprile, sempre su Repubblica, Viola Giannoli intervista Francesca Valenza, genitore rappresentate in Consiglio d’Istituto che si oppone “ai blitz nelle scuole” ribadendo che serve il dialogo nelle scuole. Giusto, ma si deve cominciare a casa, in famiglia, spazio decisamente deficitario in materia di dialogo e di capacità di autorevolezza oggi. Si lamenta che un ragazzo è stato arrestato perché colto in flagranza di reato. Non c’è il rischio di farne un eroe? E già i ragazzi minacciano manifestazioni.

Così non va bene: il recupero dell’autorevolezza degli adulti è una conditio sine qua non della buona salute dei ragazzi. E anche la presenza dei Carabinieri può essere utile specie se poi, appunto, si apre un dibattito e si prendono delle misure concrete. Non ci si può lamentare della corruzione, della delinquenza, del mancato rispetto delle leggi se non si è coerenti. Perché la Legge è necessaria, anche per sviluppare, come dice Recalcati, il senso positivo del Desiderio e non l’angoscia negativa del consumo ossessivo di qualsiasi “sostanza”. Dal concetto di “limite” si può ripartire per fermare anche i “banchi di droga”.

Stefano Vitale

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