La Corte dei Conti (www.cortedeiconti.it) certifica un triste primato per l’Italia nelle truffe sugli aiuti comunitari: + 73% nel 2015. Questo è il dato peggiore dell’Unione Europea, malgrado l’aumento dei controlli delle Guardia di Finanza.
Così salta fuori che una falsa società pugliese abbia incassato 500mila euro per un cantiere navale fantasma con una sede di varo posta in aperta campagna;
che altri millantavano superfici coltivate incrementate in modo artificioso ed i realtà erano laghi o boschi;
che in Sicilia sono dichiarati corsi professionali rivelatisi dei bluff per 300 giovani del settore alberghiero, mai fatti e mai fatturati;
che un po’ ovunque ci sono studi professionali, compiacenti e complici nell’allestire falsi progetti, che avvallano false fatture per macchinari mai acquistati.
La Corte dei Conti parla giustamente di una sorta di “Fiera della Fantasia”: si va dai contratti stipulati da defunti, alle dichiarazioni fittizie di produzione di olio. Noi italiani di fantasia ne abbiamo parecchia, da sempre. Non c’è da stupirsi. Infatti, dietro di noi ci sono comunque la Francia, poi la Spagna, il Belgio e la Bulgaria, finalmente.
Che sia un altro aspetto della crisi economica? Certamente, ma è anche una faccia dell’assenza della politica, anzi della complicità più o meno aperta dei politici. Che, se non sono dentro queste situazioni, sicuramente fanno poco per prevenire, controllare che ciò non avvenga.
Non si tratta solo di reprimere. Come detto, la Guardia di Finanza ha incrementato i controlli. Si tratta di promuovere una diversa cultura del rispetto della Cosa Pubblica, dei Beni Comuni. Si tratta di lottare contro la corruzione, con regole certe e trasparenti, si tratta di promuovere una cultura della legalità ad ogni livello. Partendo dal mondo della politica stessa, per dare un segnale nuovo ai cittadini.
Ma siamo distanti da tutto questo. La torta è grande: scopriamo infatti che l’Italia guida anche la classifica dei Paesi che più hanno attinto alle risorse del “Piano Junker” che prevede “il rilancio della crescita economica e degli investimenti senza produrre altro debito pubblico” I fondi ammontano a 1,7 miliardi di euro che potrebbero innescare investimenti pari a circa 12 miliardi.
Ci rendiamo conto di cosa stiamo sprecando? Ma come si può sperare in una ripresa economica continuando così? In Italia il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 40% e, per fare un altro esempio, con il progetto “Garanzia Giovani” (promosso dal Governo sempre coi solfi della UE) solo 3 giovani su 100 trovano un lavoro e dei 1,75 miliardi stanziati non si ha granché traccia. E continuiamo ad essere sotto la media europea (7,9% contro il 10,2%) per spesa pubblica investita nell’istruzione e al ridicolo 1,4% di spesa pubblica per la cultura.
Probabilmente c’è da attivare, prima di tutto, una ripresa etica, sociale, culturale. Ma in Italia si preferisce intascare i soldi degli anticipi della UE e frodare l’Europa: con essa l’Italia stessa che contribuisce con la sua parte).
Talvolta ho l’impressione che siamo tornati allo stato di natura descritto da Hobbes: al tutti contro tutti pur di arricchirsi, pur di appropriarsi di una parte di risorse pubbliche per fini privati, magari anche di sopravvivenza. Un segno dei tempi tristi che stiamo attraversando. Ma tiriamoci su il morale: c’è sempre la prossima fiera delle frodi da mettere a calendario.
Stefano Vitale