Leggiamo che nella scuola materna di Cadoneghe, piccolo comune vicino a Padova, è stata introdotta una importante novità “pedagogica”: multe di 5 euro al giorno per i genitori che portano i figli a scuola in ritardo, sanzioni anche per chi va a riprenderli in ritardo, obbligo di registrare con un badge gli orari d’ingresso e d’uscita. In questo modo si è messo un freno allo scempio dei ritardi. La scuola è gestita dal parroco trattandosi di una scuola materna paritaria, la Pio X.
Insomma la scuola materna è già un ufficio, una fabbrica. Per tutti, anche per i bambini che così sin da piccoli si abituano “a rispettare le regole” e se non lo fanno (i genitori) ci sono le sanzioni, unico deterrente contro le trasgressioni. Tutto normale, tutto fila liscio. Peccato che, malgrado il badge, mi sembra che si sia tornati all’età della pietra, all’educazione fondata sulla legge del taglione. Ad ogni sbaglio corrisponde una sanzione, una pena da scontare.
Si dice che “la scuola materna è già una scuola”. Anche questo è opinabile. Prima di tutto proprio istituzionalmente ed anche pedagogicamente. A meno che non sia già in atto una “riforma” che la scolarizza i bambini a tre anni, cosa che trovo assurda e contraria ad ogni studio serio in materia.
Certamente va detto che la scuola materna è condotta da lavoratori e lavoratrici che hanno un orario di lavoro. Anche se mi piacerebbe conoscere che tipo di contratto il buon Parroco sta applicando alle sue maestre.
Il messaggio, comunque, per genitori e bambini, è evidente: l’educazione è morta. Non c’è speranza: solo l’inflessibile uso della regola rigida e della punizione conseguente può essere lo strumento da utilizzare per una sana educazione.
Marco Rossi-Doria, su Repubblica del 12 marzo 2016, ha opportunamente ricordato che non basta un marchingegno per educare e che vi è una bella differenza tra un liceo ed una scuola materna. L’introduzione di una tale procedura (multa – badge) non rischia di aumentare le fratture tra scuola e famiglia? Tra scuola e società? Molti insegnanti, di ogni ordine e grado, lamentano la perdita di autorità. E’ una cosa grave e pericolosa, che ha ricadute negative sui bambini ed i ragazzi.
Ma davvero pensiamo che questa adottata a Cadoneghe sia la soluzione giusta per restaurare il senso del rispetto dell’autorità? Personalmente ho i miei dubbi. Le risposte educative ai problemi di gestione delle regole vanno costruite insieme, niente potrà mai sostituire la necessità del dialogo che responsabilizza, del confronto che stabilisce regole comuni nel rispetto delle esigenze condivise. E dentro questo quadro c’è anche il tema delle sanzioni eventuali.
Non si tratta di privilegiare il “collettivismo”, ma stiamo parlando di un servizio educativo che normalmente pone al centro del suo progetto il bambino e la famiglia. Certo, ciò non autorizza ad usare la scuola materna come un baby parking (che anche lui ha un orario di apertura e chiusura). Ma è il meccanismo mentale e sociale che si genera che mi spaventa. Un meccanismo che fa affidamento a qualcosa di “esterno” , che non educa al coinvolgimento responsabile e che “anticipa” in maniera evidente certi comportamenti disciplinaristici e coercitivi tipici di una società che ha perso fiducia nelle persone.
Stefano Vitale