Relatori: Vittorio Cardinali – Anna Antolisei
Relatori: Anna Antolisei – Paolo Flora di Centocroci
– La contessa Della Rocca in occasione delle nozze della diciassettenne Margherita di Savoia con il principe ereditario Umberto scriveva alla sposa: “Bisogna che voi diventiate il Garibaldi della pace, cioè un essere di volta in volta fantastico che gli italiani invocheranno per liberarsi e risollevarsi dai loro mali.”
Parole profetiche. Pochi regnanti impersonarono tanto profondamente come la principessa sabauda, nel bene e nel male, le caratteristiche del loro popolo. Margherita fu sovrana generosa, calda di umanità, coraggiosamente vicina in prima persona al patriottismo, alle speranze, ai sacrifici degli italiani. Con non minore convinzione ne condivise l’innato spirito di parte, la retorica, il nazionalismo velleitario e imbelle, infine la mala avventura fascista.
Ma oggi, calato il sipario sulla grande commedia e consegnata la politica alla storia, sembra opportuno infine vedere in Margherita la donna. Perché la prima regina d’Italia fu una gran dama.Visse con gioia, in piena consapevolezza e nell’intero arco della sua vita, un affascinante ruolo femminile. E in quella veste trionfò dovunque, tra i potenti come tra i diseredati, tra gli intellettuali come tra la gente semplice, nel generale incantamento della intera nazione.