Succede che l’arte contemporanea sia affare per pochi, tanto in termini di competenza che in fatto di soldi: alcuni artisti sfuggono all’omologazione percorrendo vie discutibili, altri paiono avere come unico scopo quello di non essere compresi, ma è mercato che non conosce crisi.
A Londra, nella prestigiosa casa d’aste Sotheby’s, l’iconica opera di Bansky “La bambina con il palloncino”, tela realizzata con vernice spray e acrilico, è stata venduta per un milionequattrocentodue sterline, ma a far notizia non è stata la cifra: quando il banditore ha chiuso la trattativa con il celeberrimo colpo di martello, è immediatamente scattato un allarme; tra l’incredulità generale, l’opera ha iniziato a scivolare verso il basso riducendosi in brandelli, proprio come se fosse finita in un qualsiasi distruggi documenti da ufficio.
Lo staff ritiene che nella cornice, a ben vedere troppo spessa per un quadro simile, fosse stato nascosto un meccanismo di triturazione comandato a distanza, il che fa supporre che l’artista londinese, uno dei più famosi street-art al mondo di cui nessuno conosce l’identità, fosse presente in sala; certo è che una cosa del genere non era mai capitata.
Il bello deve ancora venire: poiché l’opera d’arte ha subito il danno quando era ancora nelle mani della casa d’aste, il compratore non è tenuto a ottemperare l’acquisto e la vendita potrebbe essere annullata, sebbene alcuni esperti sostengano che quanto avvenuto potrebbe farne aumentare il valore. Si cercherà di capire il da farsi, non con qualche difficoltà. La stessa che si affronta quando si ha a che fare con l’umorismo inglese.

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