Succede che oggi si vota per decidere chi andrà al governo e la sensazione è quella di un persistente déjà-vu: sarà, forse, perché ’Italia è l’unico paese europeo in cui, negli ultimi settant’anni, si sono avvicendati la bellezza di sessantatré governi?
Si spera ardentemente che il silenzio elettorale di ieri abbia chiarito le idee agli indecisi e consolidato le ragioni del voto dei duri e puri ma, soprattutto, abbia aiutato a comprendere dove e come mettere la famigerata croce a prescindere da considerazioni politiche, perché il rischio di fare confusione è alto, tra uninominale, proporzionale e maggioritario.
Ahimè, un pericolo ben più grave è in agguato: la beatitudine di un giorno interno di totale assenza di politici e proclami propagandistici potrebbe indurre a non votare affatto: ma una di quelle facce, domani, andrà al governo comunque, meglio darsi da fare perché sia quella con più probabilità di rappresentarci.

***

 

CONDIVIDI