Succede che pare non arrivi mai l’età giusta per andare in pensione, l’aspettativa di vita sempre più lunga legittima chi sta al governo a procrastinare l’inizio del meritato riposo, ma a ben vedere anche il legislatore ci mette del suo: alla motorizzazione civile di Messina è regolarmente assunto un uomo di ottant’anni.
Non è un pesce d’aprile, però è uno scherzo di Carnevale, del giudice Carnevale, da cui prende il nome la legge che stabilisce il diritto al reintegro, anche oltre i limiti di età previsti dalle normative vigenti, per il lavoratore allontanato dal posto di lavoro a causa di un procedimento penale conclusosi con sentenza definitiva di proscioglimento perché il fatto non sussiste. Ecco perché alla motorizzazione di Messina un ottantenne ogni mattina va in ufficio invece d’andare in giro per la città a osservare i cantieri come i suoi coetanei. Eduardo Saija, questo il nome dell’involontario stacanovista, era stato sospeso dal servizio nel 1993 a seguito di un procedimento penale per presunti illeciti legati all’attività che svolgeva; nel 2009, la Corte d’Appello lo aveva assolto con formula piena: fedina pulita alla mano, era tornato in tribunale per essere riabilitato anche dal punto di vista lavorativo e rioccupare il posto dietro la scrivania lasciato sedici anni prima, vincendo anche questa volta. Vittoria sudatissima, considerato che ha dovuto attendere altri nove anni: i giudici, infatti, hanno accolto il ricorso in questi giorni.
Forse, nel frattempo, il signor Saija non avrà più superato l’esame per il rinnovo della patente, ma potrà sempre adoperarsi per farla prendere agli altri.

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