Antologia

IL FIORE DELLA POESIA

Tomo I – “Otto secoli”
Tomo II – “I contemporanei”

a cura di
Vincenzo Guerracino
Emanuele Spano
Mauro Ferrari
Puntoacapo Editrice

IL FIORE DELLA POESIA
Tomo I “Otto secoli” – Tomo II “ I contemporanei”
a cura di
Mauro Ferrari, Vincenzo Guerracino, Emanuele Spano

Le antologie vivono il destino ingrato della scelta. Per questo richiedono ai curatori intelligenza, cuore e mano ferma. Potare è uno degli atti necessari nel giardinaggio per la cura delle piante, ma è anche uno dei gesti più sofferti. Lo scopo è quello di garantire il fiore che poi darà dei frutti.

Ecco, mi pare questo il senso di questa bella e ricca antologia di poesia curata da Vincenzo Guarracino, Emanuele Spano e Mauro Ferrari. I tomi, parola pesante sulla carta, ma leggera, alata per il contenuto che racchiudono, sono ben due. Il primo dedicato a “Otto secoli” di poesia, il secondo alla poesia dei “Contemporanei”.

L’impresa pare impossibile. Ma i nostri curatori, appunto, curano e fanno delle scelte. Per il primo tomo la scelta sta proprio nel “fiore”: il filo conduttore è quel “mite segno dell’amore degli dèi per gli umani” dove “si condensa la segreta domanda di comunione con la Natura”. Le poesie scelte sono fiori di una “ghirlanda” , ma al tempo stesso restano nel solco generale del tema principale. La “fioritura dei testi” è il punto alto di qualcosa di nascosto, di non-detto, di invisibile, ma che c’è.

Così il viaggio in un tempo così esteso di scrittura e di poesia sembra volare tenendo insieme autori distanti. Unica pregiudiziale è che la data di nascita dei poeti antologicizzati sia entro il 1935. Si va quindi da Francesco d’Assisi e Jacopo da Lentini, passando per Guido Guinizzelli, Dante Alighieri, Angelo Poliziano, Giordano Bruno sino a Monti, Foscolo, Leopardi, Pascoli, Marinetti, Gozzano, Sbarbaro, Montale, Pasolini, Nelo Risi, Giorgio caprini, Franco Fortini, Vittorio Sereni, Sandro Penna, giù sino a Antonio Porta, Giovanni Raboni, Edoardo Sanguineti. Per ogni autore una sola poesia, democraticamente. Una gamma vasta e diversificata di autori, per voce e stile, struttura e peso, ma che dà un’idea di come si sia costruito una parte del “canone” della nostra poesia italiana, seppure mediati in questa scelta, come detto, la tema della “natura“ . Ma al di là delle riflessioni critiche resta il fatto del puro piacere della lettura, il passaggio da una voce all’altra, la possibilità di ritrovare versi amati o scoprire incanti nuovi.

Per il secondo volume le cose non cambiano per quanto riguarda la struttura (anche qui in maniera opportuna i testi sono sostenuti da una breve , ma efficace presentazione e nota critica), ma qui il cuore della selezione è un’altro. Il volume è dedicato ai contemporanei.
La scelta è importante perché dar voce ai poeti contemporanei è un atto di coraggio. Come si sa l’editoria è satura ed è sempre più difficile dare e trovare dello spazio, seguire una linea, valutare il peso reale della presenza della poesia nella nostra cultura. I tre curatori, che di poesia se ne intendono, hanno fatto una scelta che potrei definire “estetica e poetica”.

Al di là delle scuole, degli steccati di pensiero o delle pretese di oggettività, loro sono partiti dall’idea che nella poesia, se vale, c’è sempre qualcosa di significativo e di comunicabile. Poesie che “s’impongono per felicità di espressione, forza di sintesi, profondità e universalità”. I curatori hanno cercato non di partire dai poeti, dalle etichette, dagli apriori geografici o editoriali, ma “dai singoli testi che ci hanno colpito negli anni” per offrire non certo una summa universale, ma una istantanea della situazione italiana oggi.

Non cadono in una visione autoreferenziale e aristocratica della poesia, ma tentano la via dell’apertura, della comunicazione. Così l’originalità dell’antologia sta proprio in questo sguardo largo, in questo orizzonte ampio che tenta di restituire al pubblico la sua poesia ed ai poeti un loro spazio. Non sempre è necessario che qualcuno scelga per noi: talvolta è un piacere trovare una tavola ben apparecchiata e lasciarsi sorprendere o con la giusta flemma assaggiare qui e là.

Così la lista è lunga, ma affascinante: Buffoni, Conte, Magrelli, Viviani, Pusterla, Damiani, Febbraro, Fiori, Pecora, De Angelis, Cucchi s’incontrano con Rossella, Fantato, Fedeli, Rienzi, Mariano, Molinaro, Morasso, Oldani, Paganardi, Sissa, Frisa e tanti altri più o meno noti al piccolo grande pubblico che ama la poesia. Ma questo libro si rivolge a tutti: non è per addetti ai lavori. Il suo scopo è appunto quello di trovare un pubblico più ampio.

La scelta è coraggiosa, come detto, perché la poesia spaventa, sembra troppo impegnativa, ostica, chiusa su se stessa. In parte è vero ed è questo il sale della poesia stessa: essa richiede sforzo anche in chi legge. Ma questa bella antologia ci dimostra che il peso è leggero se lo prendiamo per il verso giusto. E allora si vada, senza paura, nel giardino fiorito della nostra sempreverde poesia.

Stefano Vitale

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