D. Per scrivere da professionisti, basta il talento innato?
R. Per scrivere da professionisti,il talento è la prima cosa.
D. Su per giù quanti libri hai letto per ogni opera che hai scritto?
R. Se si parla di libri letti per la documentazione necessaria a scrivere certi romanzi,non so, posso aver letto anche centinaia di libri per scrivere, ad esempio, “Il Terzo Ufficiale” o “L’impero e l’incanto”. Mentre per un libro come “Fedeli d’amore” leggevo tutte le notti prima di dormire una pagina a caso di Donne innamorate e una a caso di Tenera è la notte. Se invece è un discorso di porporzioni, io credo di aver passato infinitamente più tempo a leggere che a scrivere: ho pubblicato circa 20 libri, ne avrò letti 20 mila,o forse molti di più.
D. Poesia, narrativa, saggistica, giornalismo: se un genere ti ha catturato più degli altri, sai il perchè?
R.
Non so perché la poesia,questa reietta,questa infelice, questa baldracca, mi ha sempre catturato più di ogni altra forma di scrittura.
D. La scrittura di oggi esige una differente preparazione culturale rispetto a quella necessaria ieri?
R. Differente no. Solo che oggi abbiamo un passato più lungo alle spalle. Leopardi poteva evitarsi Joyce, Freud, Marx, Eliot, Beckett, Gadda, Sanguineti… pensate che fortuna.
D. Di chi é la maggiore responsabilità se in Italia si legge così poco?
R. Della mancanza di spirito rivoluzionario, laico e repubblicano.
D. Come lo vivresti un eventuale insuccesso di critica e successo di pubblico?
R. Sono sopravvissuto a tutti i più perfidi, maligni attacchi della critica, all’insuccesso di libri come Primavera incendiata, I giorni della nuvola, Fedeli d’amore, quest’ultimo fatto a pezzi sull’Espresso. Ho la pelle dura. Resisterei quindi anche a un successo di pubblico fortunato e casuale, improvviso. Ma credo che continuerò a guadagnarmi il mio pubblico poco alla volta e con immense fatiche.
D. Il tuo rapporto con l’editore è generalmente più d’amore o di odio?
R. D’amore. Compresi tradimenti, delusioni e divorzi.
D. Vincere oggi un importante premio letterario, appaga l’Ego dell’Autore tanto quanto soddisfa la sua borsa?
R. Sono l’unico scrittore italiano che non ha mai neppure partecipato ai premi importanti. Prima mi dispiaceva. Ora comincio a farmene un vanto.
D. Incide, nel successo di uno scrittore, l’appartenenza ad una corrente politica o ideologica?
R. L’ideologia non garantisce più niente e nessuno. Ma essere amici di qualche potente giusto credo – dico credo perché non l’ho mai sperimentato in proprio – che possa servire a prendere quelle prebende, quelle 4 paghe per il lesso tipiche della società letteraria italiana da sempre.
D. E’ possibile, oggi, che un grande scrittore non venga mai scoperto e resti per sempre nell’ombra?
R. Non credo.
D. Qual è il tempo massimo di fama per un mediocre scrittore asceso agli allori per ragioni “promozionali”?
R. I mediocri romanzieri di successo durano qualche grasso annetto, in cui se la passano abbastanza bene. Per i poeti,sempre poveri, invece l’unico successo è diventare classici, cioè durare all’infinito. Dunque non si dà il caso di un mediocre poeta di successo, ma semplicemente di un mediocre poeta pubblicato da qualche grande casa editrice. Molti confondono il successo con questo fatto assolutamente esteriore.
D. Quando metti la parola fine a una tua opera, hai la consapevolezza di quanto sei riuscito a dare o a non dare?
R. Quando metto la parola fine a un’opera è perché penso che in quel momento e in quelle condizioni ho dato quello che per me rappresenta il massimo.
D. Hai mai provato il desiderio di rinnegare qualcosa che hai scritto?
R. Mai rinnegare un’opera. Qualche volta rinnegare tutto, rimpiangere di non aver fatto il capitano di mare, il jazzista, o di non essere un uomo d’azione.
D. Leggere un’opera altrui che giudichi eccellente ti stimola o ti scoraggia?
R. Mi stimola ed entusiasma.Sono capace di ammirazione, diffido di chi non lo è.
D. Hai già scritto l’opera che hai sempre voluto scrivere?
R. No,il bello deve ancora venire.
D. Cosa ami del mondo e del tempo in cui in vivi? Cosa detesti?
R. Disprezzerei il tempo e il mondo di oggi, se non avessi soltanto questo tempo e questo mondo per vivere. Odio tutto ciò che impedisce la vita. Amo tutto quello che dà vita.
D. Quale luogo comune, imperante nel nostro tempo, vorresti sfatare?
R. Per sfatare luoghi comuni bisognerebbe capovolgere una buona parte della cultura oggi dominante.
D. Qual è il valore più importate che ritieni vada difeso o recuperato?
R. Libertà & Amore, sempre.
D. Dando un voto da 1 a 10, quanto sono della persona e quanto del “personaggio” le tue risposte in questa interSvista?
R. Sono troppo modesto, o troppo superbo, per darmi i voti da solo.