Clive Cussler, Atlantide – TEA DUE Editrice.
Traduzione di Lidia Perria

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Caro Giornalaccio,
alcuni anni fa, leggendo il modestissimo romanzo di Clive Cussler “Atlantide” mi ero imbattuto in un castrone meraviglioso, che poi ho incontrato anche in altre traduzioni dall’inglese.
Recentemente, nella sala d’aspetto del mio medico, dove c’è un angolo riservato al book crossing, ho ritrovato il capolavoro e non ho potuto resistere al desiderio di controllare se ricordavo bene. Perciò mi sono imposto l’onere di rileggere il romanzo, per poi segnalare al Giornalaccio il misfatto.
E così ho trovato alcune perle che qui di seguito ti segnalo.

“Raggiunse una collinetta alta circa quattro metri dalla base fino alla sommità…” e come diversamente? (pag. 20)

– “Ben presto lo strapiombo raggiunse un dislivello di parecchie centinaia di metri dalla sommità fino alla base…” allora qualcuno ha dei problemi con il concetto di altezza e profondità! (pag.41)

– “ … per ammirare lo splendido spettacolo delle foreste di pini e pioppi che ricoprivano le pendici del monte Wilson…” , ma poco prima si leggeva “… A tremila metri di altezza l’aria era rarefatta…”. Purtroppo il pioppo non vive oltre i mille metri (pag. 48).

“… un metallo così fragile. Basterebbe un colpo di martello per frantumarlo in mille pezzi.” Si parla dell’ossidiana, che è un minerale più duro del diamante. Però sono d’accordo che un colpo di martello otterrebbe quell’effetto. Quindi sorvolo. (pag. 52)

“I minatori della preistoria hanno lasciato poche tracce di vasellame o iscrizioni di una certa estensione: solo qualche logografo e pittografo, che per lo più risulta indecifrabile”. Meglio logogramma e pittogramma: i logografi e i pittografi sono persone viventi! (pag 130)

Poi, finalmente, a pagina 198 ritrovo l’oggetto della faticosa ricerca:

“Investita dalla luce che penetrava dall’entrata, l’oscurità passava da un bianco cinerino a un nero eburneo”.
A
parte il fatto che già mi sembra strana un’oscurità bianca, anche se cinerina, trovo ancora più incredibile il nero eburneo!
Raggiunto lo scopo, ho abbandonato la lettura, consapevole che, così facendo, mi sono perso altri capolavori.

Ciao,
Alberto Zampieri

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